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Traffico di droga. Operazione “Eden”: Ros e Gico arrestano 3 persone legate a Matteo Messina Denaro


Operazione “Eden” dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani e da militari del Gico del nucleo di Polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Palermo, che hanno arrestato tre persone con l’accusa di “associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti”

L’inchiesta della Procura distrettuale di Palermo ipotizza una associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti che ha operato sotto l’egida di Cosa nostra siciliana e all’ombra del latitante Matteo Messina Denaro.

Questi i tre arrestati:

ai domiciliari per ragioni d’età l’ex avvocato Antonio Messina, di 73 anni, (radiato dall’ordine degli avvocati) che vive da anni a Bologna, già condannato per traffico di droga negli anni Novanta. In quel processo erano imputati anche l’ex sindaco del Comune di Castelvetrano Antonio Vaccarino, e gli uomini d’onore Nunzio Spezia e Franco Luppino. Messina, radiato dall’ordine professionale, fu indicato come mandante dai collaboratori di giustizia Rosario Spatola e Vincenzo Calcara per l’omicidio del giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto. Per il delitto sono stati condannati Totò Riina e Mariano Agate, mentre Messina fu scagionato.

In carcere Giacomo Tamburello, di 59 anni, e Nicolò Mistretta, di 64, ambedue originari di Campobello di Mazara e con numerosi precedenti per traffico di droga. Secondo gli inquirenti avrebbero importato grosse quantità di hashish sulla rotta Marocco-Spagna-Italia.

L’operazione con oltre 100 militari dell’Arma e delle Fiamme gialle, supportati da unità cinofile, è ancora in corso in tutto il territorio nazionale con decine di perquisizioni in abitazioni e luoghi nella disponibilità degli indagati.

Numerosi i sequestri effettuati a partire dal 2013: in particolare oltre 240 chilogrammi di droga, destinati alle piazze milanesi dello spaccio, furono intercettati a Carate Brianza; un’altra “partita” di 180 chili fu ceduta a clienti di origine calabrese, mentre un carico di di sessanta chili fu sequestrato nel 2015 in Toscana. La vendita della droga avrebbe fruttato sul mercato al dettaglio circa un milione e mezzo di euro.