“Nemmeno con la pistola alla tempia farei vaccinare mio figlio se avesse meno di 11 anni”, non lo ha detto Giorgia Meloni ma Marco Travaglio ieri sera su LA7 in collegamento con Lilli Gruber
Il siparietto è andato in onda ieri giovedì 25 novembre, su LA7, nella puntata di “Otto e Mezzo”, condotta dalla giornalista Lilli Gruber. Tra gli ospiti della serata c’erano Marco Cavaleri, responsabile strategia vaccini Ema e il direttore del “Il Fatto Quotidiano” Marco Travaglio.
Cavaleri è stato chiamato per parlare del vaccino che il governo ha deciso di inoculare anche ai bambini tra i 5 e gli 11 anni. Il responsabile dei vaccini Ema e non poteva essere altrimenti, ha confermato la bontà del vaccino contro il Covid anche per i bambini:“L’efficacia di protezione è superiore al 90% e sono sicuri, non abbiamo visto niente di particolare rilevante se non i soliti sintomi post dose come stanchezza, febbre e dolore nella sede dell’iniezione e si usa un terzo della dose prevista per adulti e adolescenti. Sarà disponibile per i paesi europei dopo la seconda metà di dicembre”.
La Gruber dopo la spiegazione del virologo, ha chiesto a Marco Travaglio come la pensasse sulla questione e la risposta ha fatto letteralmente saltare dalla sedia la giornalista. Travaglio con molta calma ha detto che non essendo un esperto, sul vaccino ai bambini, preferisce rimettersi al professor Crisanti, secondo cui “i trial sono insufficienti per trarre delle conclusioni. Crisanti ha detto che non ha la potenza statistica per capitolare eventuali effetti collaterali avversi. Hanno vaccinato 3.000 bambini, se la frequenza delle complicazioni è 1 su 10.000 il trial non lo dice. La cosa buona è che Israele ha già iniziato a vaccinare i bambini e quando ne avremo centinaia di migliaia saremo più tranquilli”.
E fin qui la Gruber ha ascoltato in silenzio, poi però il direttore del “Il Fatto Quotidiano” ha affondato il colpo: “Se avessi un bambino piccolo non lo vaccinerei nemmeno se mi puntassero una pistola alla tempia. Ma immagino che non saremo obbligati almeno a quello”.
A quelle parole in studio si è sentito un “perché” stridulo ed infastidito della Gruber che evidentemente non si aspettava un’affermazione così forte da Travaglio, che per nulla intimorito ha aggiunto “Perché non mi fido! Semplicemente ho sentito dire e contraddire troppe cose sui vaccini per accontentarmi di un test su 3.000 bambini. Non vorrei che poi ci dicessero che si sono sbagliati come con AstraZeneca sui giovani”.
Redazione Fatti & Avvenimenti