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Travaglio: “Mandare armi all’Ucraina significa allungarne l’agonia, i rapporti di forze con i russi sono sproporzionati”

“Speriamo che questa guerra duri poco. Ma mandare armi all’Ucraina significa semplicemente allungare l’agonia e arrivare ai negoziati di pace quando resterà ben poco da negoziare”

 

Così Marco Travaglio, ospite in collegamento nella puntata dell’8 marzo, a di Otto e mezzo su La7 alla domanda della conduttrice Lilli Gruber, che gli ha chiesto: “In che cosa politica e media stanno ragionando male? Perché è un errore inviare armi all’esercito ucraino?”.

“Non è mai successo che si derogasse alla legge che vietava l’esportazione delle armi a paesi non parte di alleanze. – Ha spiegato il direttore del Fatto Quotidiano – Gli amici somali ci hanno chiesto armi per combattere l’Isis e non gliele abbiamo mandate. Non sono un pacifista, ritengo che le armi in certi casi estremi, per sostenere la difesa dei popoli, come è per certi versi la resistenza ucraina come l’aggressore russo, sia legittimo inviarle ed usarle”.

Bisogna vedere – ha continuato Travaglio – che cosa succede a mandare armi, vengono utilizzate da milizie di contractor, che a volte si ribellano contro. Tutti ci auguriamo che questa guerra finisca con la vittoria dell’Ucraina e della cacciata dei russi oltre il confine russo, ma i rapporti di forze sono sproporzionati e che l’unica speranza per garantire che questa guerra faccia il minor numero possibili di vittime e costi poco dal punto di vista territoriale è che questa guerra duri poco”.

Infine il giornalista ha detto: “Mandare armi significa semplicemente allungare l’agonia e arrivare ai negoziati di pace quando resterà ben poco da negoziare”.

Marco Travaglio ha anche risposto al quesito posto dalle Gruber, che gli ha chiesto se la Nato abbia fatto male a non imporre la no fly zone sull’Ucraina, come dichiarato in video dal presidente ucraino Volodymyr Zelenski: “Dire quello che è giusto o quello che non è giusto mentre si rischia un bombardamento da un momento all’altro è un esercizio puramente retorico. Sappiamo che la no fly zone comporterebbe l’invio di aerei caccia occidentali nel cielo dell’Ucraina e al primo impatto con i caccia russi saremmo formalmente in guerra. Lo sa anche Zelensky che un intervento del genere sarebbe la certezza matematica della terza guerra mondiale”.

“Non sappiamo ancora – ha concluso Travaglio – se convenzionale o atomica, ma sarebbe l’ingresso di tutto l’Occidente in questa guerra. È la ragione per cui Nato, Usa ed Europa hanno deciso di tenersi a distanza dall’ipotesi aerea e dall’invio di truppe di terra, cercando di fare tutto quello che è in loro potere per indebolire la forza dei russi, che almeno numericamente è nettamente preponderante”.