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Tribunale Ministri chiede nuovo processo per Salvini per avere bloccato sbarco clandestini della Open Arms


“NUOVA RICHIESTA DI PROCESSO! Mi è arrivata un’altra richiesta di processo perché ad agosto ho bloccato lo sbarco di clandestini dalla nave di una ONG spagnola. Ormai le provano tutte per fermare me e impaurire voi: vi prometto che non mollo e non mollerò, mai!!!”

Questo il commento di Matteo Salvini sulla sua pagina Facebook dopo avere appreso della notizia di una nuova richiesta di processo. Tutto questo accade mentre la Open Arms – nave all’origine di questa nuova richiesta – è ferma nelle acque di fronte Pozzallo, in attesa di ricevere una risposta dal Viminale alla richiesta, avanzata ieri mattina, di fare sbarcare i 363 migranti che ha a bordo. Ed un serata  il ministro Lamorgese ha concesso lo sbarco nel porto di Pozzallo.

La vicenda risale all’agosto del 2019, quando dal 14 al 20, l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, in rispetto dei decreti sicurezza, negò lo sbarco di 164 migranti clandestini, soccorsi dalla ong spagnola in acque di competenza libica.

Il 20 agosto, mentre a Roma Salvini faceva cadere il governo, il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, salì a bordo della Open Arms, sequestro l’imbarcazione e dispose lo sbarco dei migranti per motivi di emergenza sanitaria.

Dopo sbarco ed il sequestro, lo stesso Patronaggio aprì una indagine a carico di ignoti per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio e gli atti per competenza a novembre, furono trasmessi al procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, che condivise le ipotesi di reato formulate dalla procura agrigentina, ovvero “per la conseguente privazione della libertà personale di numerosi migranti”, e inviò il fascicolo al Tribunale dei ministri.

Oggi arriva la notizia che il Tribunale dei Ministri ha accolto la richiesta delle due procure e torna a chiedere al Senato un nuovo processo per l’ex Ministro, perché secondo i giudici il decreto sicurezza non può essere applicato a navi che soccorrono persone in difficoltà in quanto “il soccorso in mare è obbligatorio”.