“Molti hanno parlato delle difficoltà nel raggiungere accordi con la Russia. Ma vedo che la Russia è pronta a raggiungere accordi. Credo che abbiamo raggiunto un accordo con la Russia. Ma ora dobbiamo raggiungere un accordo con Zelensky. È più difficile di quanto pensassi”
Lo ha detto il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, aggiungendo “Penso che alla fine entrambe le parti lo faranno. Come sapete, abbiamo speso un sacco di soldi, ma stiamo parlando del destino delle persone. Mi preoccupa”.
Trump attacca senza mezzi termini il presidente ucraino che non ha accettato il suo piano che prevede la cessione a Mosca della Crimea, già perduta di fatto da oltre 10 anni, e accettare l’occupazione russa in 5 regioni dell’est. L’Ucraina deve decidere e in fretta, se accettare la road map tracciata dall’amministrazione di Donald Trump per archiviare dopo oltre tre anni la sanguinosa guerra con la Russia, piano bloccato dal tentativo dell’ennesima – fallimentare – riunione convocata al Foreign Office fra rappresentanti dei tre Paesi europei del gruppo E3 (Regno Unito, Francia e Germania) per fare il punto con ucraini e americani sia sui “progetti di pace” Usa sia sulle garanzie future invocate da Kiev, conclusasi con un sonoro e umiliante flop.
Il meeting di Londra dopo il forfait del segretario di Stato Usa, Marco Rubio, e del vero emissario di fiducia di Trump, Steve Witkoff, a cui sono seguite quelle dei capi delle diplomazie di Parigi e Berlino, proprio perché senza gli americani i presenti non potevano decidere nulla, è stato declassato, non senza imbarazzi da parte del governo di Keir Starmer, a “colloqui tecnici significativi” tra i ministri di Esteri e Difesa britannici, David Lammy e John Healey, con gli omologhi di Kiev, Andrii Sybiha e Rustem Umerov, e con Andrii Yermak, capo dello staff del presidente Volodymyr Zelensky.
A fare saltare il banco, stando alle ricostruzioni convergenti fatte filtrare a Kiev come da diversi media occidentali, è stato proprio il no di Zelensky e dei suoi a sottoscrivere una bozza d’intesa già delineata da Witkoff con Vladimir Putin: testo in base al quale la Russia si dichiarerebbe disposta a fermarsi sulle linee del fronte attuali, ma in cambio di riconoscimento della Crimea come russa, e mantenimento delle quattro regioni annesse, oltre all’eliminazione della sanzioni a partire dal 2014.
Concessioni pesantissime, ai limiti del suicidio politico per i vertici di Kiev; tanto più in uno scenario che vede irrisolti pure i nodi sulle vitali garanzie di sicurezza americane in grado di rendere minimamente credibile una futura missione di peacekeeping affidata alla cosiddetta “coalizione di volenterosi” (Ue ed extra Ue) sotto la guida di Londra e Parigi.
Ma Donald Trump ha fretta ed incalza: “Dobbiamo fare in accordo con Zelensky” sull’Ucraina aggiungendo di non sapere se il presidente ucraino andrà ai funerali del Papa. Il presidente ha precisato di credere di aver raggiunto un “accordo con la Russia” per porre fine alla guerra in Ucraina, dichiarando che ora deve ottenere il via libera del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Penso di aver raggiunto un accordo con la Russia”, ha detto il presidente americano. “Dobbiamo raggiungere un accordo con Zelensky … ma finora è stato più difficile”.
“Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – scrive Trump su Truth – si vanta sulla prima pagina del Wall Street Journal che ‘l’Ucraina non riconoscerà legalmente l’occupazione della Crimea. Non c’è niente di cui parlare. Questa affermazione è molto dannosa per i negoziati di pace con la Russia, dato che la Crimea è stata persa anni fa sotto gli auspici del presidente Barack Hussein Obama, e non è nemmeno un punto di discussione. Nessuno chiede a Zelensky di riconoscere la Crimea come territorio russo, ma se la vuole, perché non hanno combattuto per ottenerla undici anni fa, quando è stata consegnata alla Russia senza sparare un colpo? L’area ospita anche, da molti anni prima della ‘consegna di Obama’, importanti basi sottomarine russe”.
Ed aggiunge: “Sono dichiarazioni incendiarie come quelle di Zelenskyy che rendono così difficile risolvere questa guerra. Non ha nulla di cui vantarsi! La situazione per l’Ucraina è disastrosa: può ottenere la pace o può combattere per altri tre anni prima di perdere l’intero Paese”. “Non ho nulla a che fare con la Russia – assicura – ma ho molto a che fare con la volontà di salvare, in media, cinquemila soldati russi e ucraini a settimana, che muoiono senza motivo. Siamo molto vicini a un accordo, ma l’uomo ‘senza carte da giocare’ dovrebbe ora, finalmente, farlo. Non vedo l’ora di poter aiutare l’Ucraina e la Russia a uscire da questo caos totale, che non sarebbe mai iniziato se fossi stato Presidente!, e nessuno lo vuole!”.