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Trump introduce dazi a Canada, Messico e Cina e a breve anche all’Eu. Trudeau e Sheinbaum rispondono con dazi agli Usa

Trump dal primo febbraio ha introdotto dazi de 10% alla Cina e del 25% a Canada e Messico e avvisa che presto saranno introdotti anche contro l’Europa. Ma tutti i destinatari rispondono che reagiranno di conseguenza

La prima reazione è arrivata oggi d Canada e Messico. Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ed il presidente messicano, Claudia Sheinbaum, hanno annunciato di introdurre a loro volta dazi del 25% sulle merci Usa. La Cina al momento si è limitata a commentare: “Nessun vincitore dalle guerre commerciali”.

Ma forse il presidente americano ha previsto i contraccolpi e ha avvisato gli americani che potrebbero provare “dolore” a livello economico a causa dei dazi imposti ai principali partner commerciali del Paese, ma varrà la pena pagarne “il prezzo” per proteggere gli interessi degli Stati Uniti, dice. “Ci sarà un po’ di dolore? Sì, forse (e forse no!)” scrive Trump in maiuscolo sulla sua piattaforma social Truth. “Ma renderemo di nuovo grande l’America e varrà il prezzo che dovrà essere pagato”, aggiunge.

Secondo i calcoli dell’amministrazione Trump, i dazi freneranno il flusso di droga e immigrati clandestini negli Stati Uniti. Ipotesi da verificare, ma al momento le sanzioni hanno scatenato i timori di una nuova era di guerre commerciali in tutto il mondo e i critici delle sanzioni commerciali hanno avvertito che potrebbero anche alimentare l’inflazione nell’economia statunitense, facendo salire i prezzi una serie di beni comuni, dagli avocado alle scarpe da ginnastica alle automobili.

Canada e Messico, come detto hanno introdotto a loro volta dazi del 25% sulle merci Usa, mentre la Cina che ha avvertito che nelle guerre commerciali non c’è nessun vincitore, secondo quanto riporta il Wall Street Journal “proporrà agli Stati Uniti il riavvio dell’accordo commerciale del 2020”.

La proposta iniziale della Cina sui dazi imposti dall’amministrazione Usa di Donald Trump si concentrerà sul ripristino della ‘fase uno’ dell’accordo commerciale faticosamente raggiunto nel 2020 durante il primo mandato del tycoon alla Casa Bianca, scrive il WSJ citando fonti vicine al dossier, secondo cui altre parti del piano di Pechino includeranno un impegno a non svalutare lo yuan, un’offerta per fare più investimenti negli Stati Uniti e un impegno a ridurre le esportazioni di precursori del fentanyl, di cui il dragone è il principale produttore globale.

L’Europa, che attende la sanzioni a breve, come sempre va in ordine sparso, ma almeno tutti sono per reagire, anche se con modalità diverse.

Per il cancelliere tedesco, Olaf Scholz: “Sia gli Stati Uniti che l’Europa traggono vantaggio dallo scambio di beni e servizi. Se i dazi rendessero tutto questo difficile, ne risentirebbero negativamente sia gli Stati Uniti sia l’Europa. Una cosa è chiara: in quanto area economica forte, possiamo gestire autonomamente i nostri affari e rispondere ai dazi con dazi. Questo è ciò che dobbiamo fare e faremo. Ma la prospettiva e l’obiettivo dovrebbero essere che si proceda in modo tale che sia basato sulla cooperazione”. Lo ha detto il Cancelliere tedesco Olaf Scholz arrivando al vertice Ue informale a Bruxelles.

Più dura la Danimarca che propone di rispondere con fermezza Usa. “Purtroppo dovremo rispondere con fermezza. Dico ‘purtroppo’ perché ciò avrà conseguenze per le persone comuni, sia in Europa sia negli Stati Uniti sia Canada. Io non sono a favore delle guerre commerciali, anzi, credo nel commercio libero perché crea valore e prosperità. Ma se ci sarà una forte pressione da parte degli Stati Uniti sul mercato europeo, non avremo altra scelta che rispondere con altrettanta fermezza”. Lo ha dichiarato la prima ministra danese, Mette Frederiksen, all’uscita dal vertice pre-Consiglio del Partito socialista europeo.

Anche per il Lussemburgo ai dazi si risponde con dazi. “Quello dei dazi non è certamente l’argomento di oggi, ma penso che i dazi siano sempre cattivi. Sono cattivi per il commercio. Sono cattivi per gli Stati Uniti. Sono cattivi per coloro che li ricevono. Ma la risposta ai dazi è di replicare le stesse azioni”. Lo dice il primo ministro del Lussemburgo, Luc Frieden, al suo arrivo al ritiro informale dei leader sulla difesa.