Altra mossa della disperazione di Zelenky che dopo due giorni di terribili bombardamenti russi, tenta di entrare con i suoi soldati nella regione russa di Belgorod ma viene respinto dalle truppe russe supportate dai potenti elicotteri
Sarebbero circa 500 i soldati ucraini che questa mattina hanno cercato di sfondare le difese russe nella regione russa di Belgorod, nei pressi di Nekhoteyevka e di Shebekino. Da quanto afferma il canale di notizie russo Mash, a giudicare dalle conversazioni radio intercettate, tra i combattenti delle milizie ucraine ci sarebbero mercenari stranieri provenienti da Polonia, Georgia e Stati Uniti.
Nello specifico, circa 200 soldati ucraini sono atterrati vicino al confine russo nei pressi di Nekhoteyevka cercando di superarlo, mentre in contemporanea circa 300 soldati ucraini hanno tentato di entrare dal checkpoint di Shebekino. Ma ad attenderli hanno trovato le guardie di frontiera russa che hanno reagito, poi dopo aspri combattimenti sono arrivati gli elicotteri russi che hanno bombardato le truppe di Kiev, che hanno subito pesanti perdite e il tentativo di incursione è stato fermato.
Secondo quanto scrive Politico, questi “disperati” attacchi, fanno parte della strategia di Kiev per convincere gli Stati Uniti ad eliminare le restrizioni sull’uso delle armi Usa per intensificare la propria offensiva. Ma a vedere i fatti, la Casa Bianca ha cercato di mantenere le distanze dalle operazioni ucraine in territorio russo solo a parole e non sempre, tant’è che Mosca accusa Washington di essere coinvolta nell’attacco nel suo territorio.
Il presidente Ucraino Zelensky ha annunciato che suoi funzionari si stanno preparando a presentare ai massimi responsabili della sicurezza nazionale degli Stati Uniti un elenco di obiettivi a lungo raggio in Russia che, a loro avviso, l’esercito di Kiev potrebbe colpire se Washington revocasse le restrizioni sulle armi statunitensi.
L’Ucraina sta usando, scrive il sito di news americano, la lista come un “ultimo disperato tentativo” per convincere gli Usa a revocare le restrizioni sulle armi statunitensi utilizzate all’interno della Russia. Tentativo della disperazione che potrebbe ritorcersi contro, Mosca ad ogni azione ricevuta ha sempre risposto alzando la posta.
Redazione Fatti & Avvenimenti