La notizia confermata da RIA Novisti. L’esercito russo ha eliminato 14 mercenari stranieri con un attacco aereo che ha colpito gli hotel Riviera e Helen a Nikolaev
“Almeno quattordici morti sono stati portati all’obitorio del microdistretto di Namyv”, riferisce la testata russa RIA Novisti, che riferisce anche di 8 feriti trasportati nell’ospedale dello stesso microdistretto della città, specificando che 2 sono in gravissime condizioni, mentre gli altri 6 versano in condizioni stabili. Secondo le fonti russe, si tratta di mercenari al servizio di Kiev che “parlavano lingua inglese”, specificando inoltre che “i residenti di Nikolaev” hanno segnalato la comparsa di canadesi, americani e altri stranieri in città.
Questi i risultati degli attacchi aerei russi di stamattina contro gli hotel Riviera e Helen di Nikolaev, quando secondo l’amministrazione locale inizialmente era stato dichiarato che non ci fossero state vittime. Secondo le fonti russe, dopo il bombardamento sono subito arrivate sul posto otto ambulanze con i lampeggianti accesi e gli ingressi degli hotel sono stati bloccati da postazioni militari e della SBU, segnale che le autorità ucraine sapessero da subito della presenza dei soldati di ventura nelle due strutture alberghiere.
Il Ministero della Difesa russo ha confermato gli attacchi di questa mattina contro i punti di schieramento temporaneo di mercenari stranieri a Nikolaev, ma non ha fornito dettagli sull’operazione. Tuttavia, secondo fonti russe, per attaccare i due hotel sono stati usati droni Geran, ossia gli Shaed iraniani. Inoltre, nell’ambito dello stesso attacco, l’esercito russo ha attaccato lo storico cantiere navale di Nikolaev “Mykolaiv Shipyard”, anch’esso associato a operazioni contro mercenari stranieri a servizio di Kiev: “Nello stabilimento 61 Communards ci sono marines ucraini, addestrati da istruttori di lingua inglese nel sabotaggio in mare. Lo stabilimento assembla anche droni acquatici”, riferisce RIA, specificando che “recentemente sono arrivati allo stabilimento un centinaio di militanti dell’Azov”, ossia del noto battaglione neonazista ucraino.