La caduta di Velyka Novoselka uno degli ultimi bastioni nel fronte sud est delle linee di difesa ucraine minaccia di provocare il collasso del fronte del Donbass con i russi che ormai sono alle porte di Pokrovsk
Bandtre russe sventolano a Velyka Novoselka
Che la situazione per l’Ucraina è drammatica è testimoniata sia dalle immagini pubblicate in rete dei soldati ucraini massacrati nel tentativo di resistere, oltre che dalle testimonianze dei soldati che sotto le bombe e gli spari dei russi, chiedono inutilmente al loro comando di ritirarsi, accusandolo di averli abbandonati a morire. “Mantenere le posizioni” anche quando sono ormai accerchiati è l’ordine suicida che ricevono.
Che la situazione sia estremamente grave lo ha confermato il capo dei servizi segreti militari, Kyrylo Budanov, che in un vertice parlamentare ristretto a porte chiuse alla Verkhovna Rada, ha descritto in modo crudo e preciso la realtà sul campo: “Se non si avvieranno colloqui di pace entro l’estate l’Ucraina potrebbe cessare di esistere come Stato indipendente”.
La fuga di questa notizia ha fatto infuriare Budanov che ha aperto un’indagine per capire chi abbia diffuso le sue parole alla stampa. Il deputato Oleksiy Goncharenko ha provato ad ammorbidire la parole di Budanov riformulandole con un generico avvertimento: se nulla cambierà, “il fronte comincerà a sgretolarsi”.
Rabbiosa la reazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che teme che queste parole minino il morale delle truppe, ma al contempo confermano la solidità della tesi di Budanov, tant’è che ha deciso di destinare uno dei suoi migliori generali, Mykhailo Drapatiy, a puntellare le difese affidandogli il comando diretto del gruppo strategico Khortytsia, che gestisce le aree più difficili come quella di Pokrovsk, nel tentativo di non farla cadere in mano russe.
Ma in attesa che l’amministrazione Trump apra un negoziato per porre fine alla guerra, i russi continuano ad avanzare e i racconti che arrivano dalla difesa di Pokrovsk assomigliano sempre più a quelli che precedettero la caduta di Bakhmut. Dopo essersi avvicinati da est alle due grandi città gemelle minerarie di Pokrovsk e Mirnograd, che formano di fatto un’unica importante conglomerazione da cui parte l’autostrada per Dnipro, i russi le hanno solo lambite, sfondando poco più a sud. Ora minacciano di aggirare Pokrovsk prendendola da ovest: “Avanzano oltre la ferrovia che conduce proprio alla parte occidentale di Pokrovsk. La situazione è molto difficile, ogni giorno avanzano di 200 metri nelle nostre difese, in piccoli gruppi con il supporto di droni e artiglieria. E nuove forze nemiche si stanno aggiungendo anche nella direzione di Lysivka”, cioè da sudest, scrive su Telegram un soldato, nome di combattimento Muchnoy.
Sul video blog “Fabrika Novostey” un ex colonnello della Sbu, l’esperto militare Oleg Starikov, avverte che la “crisi operativo-tattica nei pressi di Pokrovsk si sta aggravando” e “il crollo del fronte sarà esponenziale: quando cadrà, il destino dell’intero Donbass meridionale sarà segnato e il fronte inizierà a crollare come una valanga”.