È stato rinviato a data da definire Il vertice sull’Ucraina in programma per sabato nella base americana a Ramstein, in Germania. Doveva essere l’nuova chance di Zelensky per presentare il suo Piano di pace davanti agli alleati e convincerli ad inviare nuovi aiuti
Lo scrive Der Spiegel citando un portavoce del Pentagono. Una doccia fredda per Volodymyr Zelensky e l’Ucraina che puntava su questo vertice nella base tedesca di Ramstein di venerdì 11 ottobre, per ottenere un sostegno concreto per l’attuazione del suo “Piano per la Vittoria”. Il presidente ucraino sperava di convince gli alleati della necessità di un ulteriore salto di qualità nell’assistenza a Kiev. Un’avvisaglia si aveva avuta con il forfait del presidente Usa Joe Biden, inpegnato a “fermare” l’uragano Milton che sta colpendo gli Stati Uniti.
Ovviammente con il rinvio del vertce di Ramstein, anche il viaggio di Zelensky a Roma e nelle altre capitali europee, restano sospese, compresa la visita di giovedì, a Roma a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
L’ucraina resta fortemente dipendente dagli Usa dal punto di vista degli armamenti militari e sperava proprio in questo sostegno, che a meno di un mese dalle elezioni per la Casa Bianca, diventa incerto, soprattutto se a vincere sarà Donald Trump, più interessato all’escalation in Medio Oriente.
Un anticipo di quello che potrebbe accadere si era visto nella visita di Zelensky a Washington, che di fato a parte pochi spiccioli è tornato in Ucraina a mani vuote. Il presidente Joe Biden infatti non ha cambiato idea sul divieto di usare i missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti per colpire in territorio russo.
Inoltre il presidente ucraino da diversi esponenti repubblicani è stato freddamente, snobbato e pesino criticato e l’incontro con il candidato del Gop alla Casa Bianca, Donald Trump che inizialmente aveva espresso l’intenzione di non incontrare Zelensky, si è svolto più per accontentare l’opinione pubblica che per un vero interesse.
Redazione Fatti & Avvenimenti