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Ue sconfitta e umiliata sfida Trump: nel 3° anniversario guerra annuncia invio armi e soldi a Kiev e nuove sanzioni a Mosca

“La Russia e la sua leadership sono gli unici responsabili di questa guerra e delle atrocità commesse contro la popolazione ucraina. Continuiamo a chiedere che rispondano per tutti i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità commessi. Accogliamo con favore i recenti passi compiuti verso l’istituzione di un Tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina”

È quanto si legge nella dichiarazione congiunta delle tre istituzioni europee, Commissione, Parlamento e Consiglio in occasione del terzo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina, a cui si aggiungono le parole della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento al Summit Internazionale sul Sostegno all’Ucraina a Kiev: “L’Ucraina ha una vivace scena di start-up con molta competenza in settori emergenti come l’intelligenza artificiale e i droni. L’atteggiamento positivo e lo spirito imprenditoriale delle giovani e dinamiche aziende ucraine possono fornire importanti impulsi alla competitività dell’Europa. L’Europa è qui per rafforzare l’Ucraina in questo momento critico. Posso annunciare che un nuovo pagamento da 3,5 miliardi di euro (nell’ambito dello Strumento per l’Ucraina) arriverà già a marzo”.

Ma non è tutto, Von der Leyen ha anche affermato che “L’Ue “deve accelerare l’invio di munizioni e armi” all’Ucraina e “questo sarà il cuore del nostro lavoro nelle prossime settimane”, ha detto durante il suo viaggio a Kiev, aggiungendo che “Aumenteremo le sanzioni punitive contro la Russia, anche se dimostrerà una reale volontà a trovare un accordo per una pace duratura” e che l’Ue “ha preparato un pacchetto per la sicurezza energetica. L’Ucraina è l’Europa. La nostra stretta partnership è nell’interesse”.

Dunque per la presidente della Commissione europea, che parla a nome di tutta l’Unione che rappresenta, ignorando il nuovo corso americano imposto dal presidente Donald Trump che vuole una “pace a qualunque costo”, punta su armi e aiuti monetari per foraggiare Kiev nel continuare una guerra strapersa. Fiumi di dollari ed euro, invii di armi di ogni genere, anche le più moderne, si sono “sciolte” contro l’armata russa, che in tre anni si è presa quattro regione ucraine, pari ad oltre il 20% del territorio e di fatto umiliando militarmente, non solo l’Europa ma anche la Nato.

Le sanzioni poi sono state la ciliegina sulla torta, Putin ha parato il colpo e le ha aggirate, riducendo al minimo i danni ed anzi aprendo a nuovi mercati quali Cina ed India, mentre l’Europa è di fatto sull’orlo del fallimento come dimostra la situazione economica dell’ormai ex locomotiva europea tedesca. Ma nonostante questa disfatta la leadership europea continua a parlare di invio di armi, soldi e sanzioni. Fortunatamente questa follia cieca sarà mitigata dagli Stati Uniti, che a suon di dazi e velate minacce condurranno si spera a miti consigli i guerrafondai europei.

Gli Stati Uniti già oggi, nel terzo anniversario della guerra, sono determinati a far rispettare le loro decisioni e al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, imporranno di mettere ai voti una risoluzione che chiede una “rapida fine” del conflitto in Ucraina senza alcun riferimento alla integrità territoriale del Paese, complicando l’evento che si celebrerà oggi al Palazzo di Vetro.

L’Ucraina e altri 50 Stati sottoporranno invece al voto dell’Assemblea Generale un progetto di risoluzione che riconosce che è “urgente” porre fine alla guerra “quest’anno”, e ribadisce inequivocabilmente le precedenti richieste dell’Assemblea: immediato ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino e cessazione delle ostilità condotte dalla Russia. È chiaro che nel voto finale del consiglio di Sicurezza, che è l’unico che conta, bisognerà vedere se gli Usa saranno già accordati con la Russia e se Francia e Gran Bretagna avranno il coraggio di porre il veto.

Il pensiero degli americani è stato sintetizzato dall’inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff, che siede al tavolo dei negoziati Usa-Russia, in un’intervista alla Cnn: “ La guerra è stata provocata e non per forza dalla Russia”. L’amministrazione americana dunque non fa marcia indietro: l’invasione dell’Ucraina fu provocata. “La guerra è stata provocata e non significa che sia stata necessariamente provocata dalla Russia”, ha affermato Witkoff, aggiungendo che all’epoca “erano in corso discussioni sull’adesione dell’Ucraina alla Nato, che sono diventate una minaccia per la Russia”. Ragionamento che giustifica l’inizio della guerra da parte della Russia, che è stata costretta per difendersi. In ogni caso, ha sottolineato Witkoff, “a dispetto di chi l’abbia iniziata, la guerra deve finire: troppe vite sono state perse”.PubblicitàPubblicità