I numeri non lasciano spazio ad interpretazioni, in Sicilia è impossibile, sia trovare che creare lavoro.
Solamente nei primi tre mesi quest’anno, 23.294 aziende hanno chiuso i battenti, il tessuto produttivo locale non esiste più, la crisi si sta mangiando maestranze ed eccellenze. A fronte delle tante chiusure, le aperture sono state appena 3.716, sono sopratutto persone che non trovando alcun tipo di lavoro, tentano la via di mettersi in proprio, spesso con risultati devastanti per la loro stessa famiglia.
Uno studio di Confimprese su aperture e cessazioni relativo al primo trimestre del 2016, elaborato dal centro studi dell’associazione di categoria, ci consegna uno scenario “apocalittico”. Le imprese attualmente attive in Sicilia sono appena 259.348, su un totale di 279.107 aziende operanti nell’Isola.
Ma non è tutto, questo studio ha analizzato i dati a 360 gradi ed ecco ciò che è emerso. Sempre nei primi 3 mesi, sono state avviate 208 procedure di fallimento, le chiusure hanno interessato sopratutto i marchi storici e le imprese artigiane, ciò dimostra la scomparsa della storia e della cultura siciliana in questo campo.
Da gennaio a marzo, hanno già cessato l’attività 778 aziende artigiane, inoltre, sempre secondo Confimprese, si è registrata un’impennata del fenomeno dell’ambulantato, che relativamente al 2015 è aumentato di 2.834 unità (+76,2% rispetto al 2014). Il numero degli ambulanti, cioè di coloro che non esercitano la propria attività in un luogo stabile, risulta pari a 20.412. Palermo è la provincia che ha fatto registrare l’aumento più significativo su scala regionale con ben 7.020 aziende ambulanti.
“Dulcis in fundo”, il capitolo del credito: il valore dei titoli di credito protestati in Sicilia nel 2015 ammonta a 67 milioni di euro: ben 68.679 tra assegni e cambiali sono stati protestati. Per la precisione, i soli assegni protestati sono stati 11.414 – con una media di ben 38 assegni al giorno – per un importo complessivo di 14 milioni 109 mila 253 euro. Le cambiali protestate, sono state 57.265 – 192 al giorno – per un totale di 52 milioni 659 mila 748 euro.
Questa è la situazione in Sicilia, che non è tanto diversa dal resto delle altre regioni italiane, con ovvie differenze. Questo studio in ogni caso, certifica solo la situazione delle aziende private. Per onore di cronaca, per avere un quadro più completo ed esaustivo, sarebbe interessante, vedere anche i dati delle famiglie, con i vari debiti con banche finanziarie e bollettini vari.