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Una norma del decreto Rilancio “salva” Il suocero di Conte dalla condanna per peculato: legge ad personam?


Una norma del decreto Rilancio del premier Giuseppe Conte salva il suocero da una condanna penale. Per molti si è trattato di una legge ad personam, ma stranamente gli urlatori di “onestà, onestà!” questa volta tacciono

Al suocero del premier Conte, Cesare Paladino, papà di Olivia, grazie a una “leggina” contenuta nel decreto Rilancio, è stata annullata una condanna penale per non avere versato per ben due anni la tassa di soggiorno al Comune di Roma. Se lo avesse fatto Silvio Berlusconi o Matteo Renzi o qualunque altro presidente del Consiglio, sarebbe successo un putiferio, con titoloni su giornali e Tv e il “pollice verso” sul colpevole, ma le stesse regole evidentemente non valgono per “l’avvocato del popolo”.

Stavolta infatti, i “soliti onesti”, almeno fino ad adesso, tacciono. Fortunatamente però esiste chi ancora si indigna e pone delle domande lecite. È il caso di Michele Anzaldi, segretario della Vigilanza Rai e deputato di Italia Viva, che sulla vicenda che coinvolge Cesare Paladino, gestore dell’Hotel Plaza di Roma e soprattutto suocero del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, fidanzato con la figlia Olivia, chiede a chi per mestiere divulga le notizie di non mettere la testa sotto la sabbia.

La vicenda riguarda Cesare Paladino, il quale era stato condannato a un anno e due mesi di reclusione per avere oltretutto “truffato Virginia Raggi” non versando al Comune di Roma due milioni di euro della tassa di soggiorno dovuta. Anzaldi sull’argomento si chiede quindi cosa ne pensano “Grillo, M5S, Anac, Antitrust. Chissà che ne pensa il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini, che oggi spiega come i 90 miliardi di euro di evasione fiscale annua siano la vera piaga che impedisce all’Italia di avere servizi efficienti e tasse più basse”.

La notizia è stata riportata dal Corriere della Sera, secondo il quale Paladino ha ottenuto la revoca della sentenza di patteggiamento a un anno e due mesi di reclusione con l’accusa di peculato: l’imprenditore non aveva versato due milioni di euro in tassa di soggiorno al Comune di Roma tra il 2014 e il 2018 e per questo ha avuto una condanna penale per peculato.

Ma il Gup Bruno Azzolini ha accolto l’istanza del legale difensore Stefano Bortone d’incidente di esecuzione. Per il giudice “il fatto non è previsto dalle legge come reato” perché grazie ad una norma della scorsa primavera inserita nel decreto Rilancio varato dal governo Conte, la condanna si è potuta trasformare in semplice sanzione amministrativa.

Interessante anche il commento del giornalista Franco Bechis che sul giornale Il Tempo ha pubblicato un fondo corredato da video, in cui parla della vicenda: “Grazie a una norma del decreto rilancio firmato da Giuseppe Conte – Scrive Franco Bechis su Il Tempo – è stato sottratto ai magistrati il ‘suocero’ del premier, Cesare Paladino, papà della fidanzata Olivia Paladino. Un vero e proprio colpo di spugna che ha appena cancellato una condanna penale per peculato (ridicolizzando così la famosa spazzacorrotti finita in cenere e trasformata in salvacondotto per i famigli) patteggiata dal suocero di Conte per un anno e due mesi di condanna per non avere versato al comune di Roma di Virginia Raggi in cinque anni quasi 2 milioni di tassa di soggiorno dovuta. Immaginatevi cosa sarebbe accaduto se al posto di Conte ci fosse stato un Matteo Renzi o un Silvio Berlusconi a fare leggi ad personam per i propri familiari! Titoloni, edizioni straordinarie, M5s sulle barricate, manifestazioni davanti a Montecitorio”.

“Ma questa volta – conclude Bechis – la legge ad familiam l’ha firmata un loro idolo, quindi tutti con la testa sotto la sabbia come degli struzzi. Si voltano dall’altra parte e nascondono la polvere sotto il tappeto. Però abbiamo capito ora perché il premier ha voluto chiamare “rilancio” quel decreto con il colpo di spugna che sbianchettava la fedina penale del papà della sua fidanzata: serviva a rilanciare il suocero di Conte…in società!”.