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Ungheria. Orbán si tira fuori: “cacciati 170 ufficiali e generali pro-Nato”, bloccati 500 milioni di aiuti militari all’Ucraina

Le notizie che arrivano dall’Ungheria paiono suggerire una volontà chiara: “non vogliamo la guerra e non seguiamo la NATO”, come a suggerire che il conflitto in Ucraina potrebbe espandersi veramente oltre i confini occidentali di Kiev

La domanda sorge spontanea: l’Ungheria sta divorziando dalla Nato? A chiederselo è l’opposizione magiara dopo che il governo di Victor Orban ha varato un nuovo decreto governativo che consente al ministro della Difesa di sospendere unilateralmente quanti abbiano compiuto 45 anni e abbiano almeno 25 anni di servizio effettivo. Subito dopo la legge è stata messa in pratica e oltre 170 tra generali e ufficiali che sarebbero “Pro-nato” sono stati licenziati. Inoltre il premier ungherese ha bloccato 500 milioni di aiuti militari a Kiev.

Per il partito d’opposizione Dk “ciò significa che in questo momento nelle forze armate ungheresi è in atto un congedo dalla Nato”, poiché “gli ufficiali e i generali” cacciati “sono soldati con esperienza internazionale, che parlano le lingue e sono stati socializzati nella Nato”. Secondo Vadai la purga nell’esercito servirebbe anche “a garantire che la lealtà politica sia ora il principio-guida delle Forze armate ungheresi”.

La notizia che piomba sul conflitto in atto come una bomba, è stata rilanciata dal sito telex.hu e Daily News Hungary e sembrerebbe confermata dall’ex ministro della Difesa Ágnes Vadai: “mi risulta che 170 generali e ufficiali siano già stati convocati per essere licenziati”. Vadai ha aggiunto che è difficile capire quanti ufficiali verranno allontanati complessivamente, ma che circolano voci su “migliaia di persone di tutto il Ministero della Difesa”.