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Urologo ex primario uccide la moglie e i due figli, uno disabile attaccato a un respiratore e poi si suicida

Era in pensione da un mese l’ex primario di urologia che nella notte ha sterminato la sua famiglia e poi si è suicidato: pare non riuscisse più a sopportare la sofferenza del figlio disabile attaccato al respiratore

È accaduto intorno alle 2 della notte tra mercoledì e giovedì, in una villetta a L’Aquila. Carlo Vicentini, 70 anni, ex primario di Urologia all’ospedale di Teramo, con una pistola regolarmente denunciata, ha ucciso la moglie, Carla Pasqua, di 63 anni, il figlio Massimo, disabile 43enne, affetto da sclerosi multipla e per questo attaccato a un respiratore e la seconda figlia Alessandra, di 36 anni, dietista, da poco assunta alla Asl di Teramo. Infine ha rivolto l’arma contro se steso e si è suicidato.

Il ritrovamento è avvenuto intorno alle 13 di oggi venerdì 31 marzo nella villetta di famiglia in contrada Tempera, alla periferia de L’Aquila. I quattro corpi erano ognuno nella propria camera, quello della ragazza sotto il letto come se avesse provato a sfuggire all’aggressione del padre. I vicini e i familiari hanno raccontato di non avere più notizie della famiglia da mercoledì.

Le indagini sono ancora in corso, ma sembra che Vicentini abbia lasciato un biglietto per spiegare il suo gesto, che sarebbe legato alla sofferenza per l’aggravarsi delle condizioni del figlio affetto da una malattia neurodegenerativa. “Carlo era un professionista straordinario – ricorda il legale di famiglia Emilio Bafile accorso davanti la villetta – ha sofferto sicuramente per la situazione clinica del figlio che stava poco bene e questa vicenda lo ha segnato. Ovviamente, la sofferenza è arrivata all’estremo e ha maturato questa idea”.

Secondo le prime indagini, nessuno dei vicini ha sentito nulla: “Viviamo in una zona dove il rumore dei colpi può essere facilmente confuso – spiega un vicino nella villetta di fronte. Non abbiamo sentito nulla di particolare, pur notando che la casa del dottor Vicentini è rimasta chiusa per tutta la giornata di ieri”.

Giovanni Vicentini, fratello dell’urologo, ha sentito l’ultima volta il congiunto due giorni fa: “Mi aveva detto che con tutta la famiglia sarebbe andata al mare a Tortoreto, vicino a Teramo. Ieri ho provato a contattarlo senza ricevere risposta: ho solo visto che le finestre erano abbassate e ho pensato fossero già partiti. Solo oggi con le chiavi secondarie sono andati ad aprire, rendendosi conto della tragedia”.