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Usa all’Onu mette il veto su cessate il fuoco a Gaza e Israele uccide oltre 200 civili per la maggior parte donne e bambini

Al Consiglio di sicurezza dell’Onu gli Stati Uniti hanno posto il veto per un cessate il fuoco a Gaza lasciando mano libera all’esercito israeliano da compiere massacri di civili a Gaza

Washington giustifica il veto affermando che avrebbe incoraggiato Hamas. “Abbiamo chiarito durante i negoziati che non potevamo sostenere un cessate il fuoco incondizionato” che non contenesse anche “la liberazione degli ostaggi”, ha spiegato l’ambasciatore Usa alle Nazioni Unite, Robert Wood.

Come sempre il rappresentante israeliano alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha criticato la risoluzione del Consiglio e ha ringraziato gli Stati Uniti per aver posto lo stop. “La risoluzione presentata a questa Consiglio non era un percorso verso la pace. Era una tabella di marcia verso più terrore, più sofferenza e più spargimento di sangue”, ha detto, ribaltando la realtà dei fatti, aggiungendo: “Ringraziamo gli Stati Uniti per aver esercitato il loro veto, per essersi schierati dalla parte della moralità e della giustizia”. Per Danon evidentemente il genocidio di un popolo equivale a “moralità e giustizia”… punti di vista.

Con il veto americano in dote, lo Stato ebraico ha continuato la sua opera di eliminazione dei palestinesi che condue raid dell’esercito israeliano nel nord della Striscia di Gaza hanno ucciso 88 palestinesi . Lo riporta al-Jazeera. I bombardamenti sono avvenuti a Beit Lahiya, con almeno 66 morti e dozzine di feriti, e sul quartiere Sheikh Radwan di Gaza City, dove sarebbero morte 22 persone, tra cui 10 bambini. Il direttore dell’ospedale Kamal Adwan di Gaza, citato sempre da al-Jazeera, ha affermato che la maggior parte delle 66 vittime dell’attacco israeliano a Beit Lahiya sono donne e bambini, mentre ci sarebbero molte altre persone ancora intrappolate sotto le macerie.

All’alba di oggi nell’ennesimo raid israeliano oltre 60 civili  palestinesi la maggior parte sono donne e bambini sono stati uccisi e più di 100 ferite. Lo riferiscono Al Jazeera e l’agenzia di stampa palestinese Wafa. L’attacco ha distrutto un intero isolato residenziale, vicino all’ospedale Kamal Adwan a Beit Lahia in quello che la Wafa ha descritto come un “orribile massacro”. Molte persone sono ancora disperse, secondo la Protezione civile di Gaza.
Secondo il dottor Hussam Abu Safia, direttore dell’ospedale Kamal Adwan di Beit Lahia, la maggior parte delle vittime dormiva al momento dell’attacco.

“È arrivato un numero molto elevato di vittime e ci sono ancora molti corpi da recuperare. Si tratta soprattutto di bambini e donne”, ha detto, riferisce al Jazeera. “La situazione è onestamente molto grave. Non riusciamo a far fronte all’enorme numero di feriti e vittime che sono arrivati all’ospedale Kamal Adwan”, ha proseguito. Il pediatra ha affermato che il raid ha colpito un intero isolato residenziale vicino a Kamal Adwan, distruggendo almeno 5 abitazioni, e che il personale dell’ospedale era sul posto per recuperare i corpi e salvare le persone rimaste intrappolate sotto i detriti. “Stiamo già operando a corto di risorse, la maggior parte del nostro personale è ora impegnata a soccorrere i feriti sul posto a causa della mancanza di ambulanze”, ha aggiunto.

Intanto è salito a 61 morti e 50 feriti il bilancio di un raid aereo israeliano condotto ieri su Palmira, in Siria. Lo ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con sede a Londra, mentre il governo di Damasco conferma 36 vittime. Secondo la ong, tra i morti ci sono 33 miliziani filoiraniani di nazionalità siriana e altri 22 stranieri, la maggior parte dei quali appartenenti alla milizia Harakat Hezbollah al Nujaba, 4 membri dell’Hezbollah libanese e due persone non identificate. Tra i feriti si contano almeno sette civili.