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In uscita il Libro “Come rendere comprensibile un testo”


E’ in uscita una “Guida per insegnanti ed educatori alle prese con persone con bisogni speciali” dal titolo “Come rendere compresibile un testo”, il volume, scritto da Maria Luisa Gargiulo e Alba Arezzo ed Edito da Editore Franco Angeli – Milano, sarà presentato il prossimo 6 Aprile alle 14:30 presso Sala Aniene della Regione Lazio a Roma.

Sebbene le persone con difficoltà hanno necessità diverse da molte altre, spesso hanno molto da insegnarci. Forse anche il vero senso della vita, al netto di tutte le negatività che ci circondano. Ai grandi talenti di cui spesso sono dotati, impossibili da duplicare per il resto della popolazione, come la capacità, per citare un esempio, di Kim Peek, in grado di leggere con il suo occhio sinistro e l’occhio destro simultaneamente, ricordando quasi il cento per cento delle informazioni, si associano le difficoltà del vivere in modo indipendente come la maggior parte degli esseri umani.

Sono persone speciali, che hanno bisogni speciali.

Questo libro presenta tecniche e indicazioni operative per migliorare la comprensibilità dei testi, attraverso l’analisi di elementi che costituiscono barriere alla comprensione per persone con difficoltà specifiche: disturbi autistici in soggetti ad alto funzionamento; deficit visivo accompagnato da scarsa esperienza concreta; deficit uditivo e difficoltà a decodificare il linguaggio e i suoi significati; difficoltà ad usare e comprendere gli aspetti formali e pragmatici della comunicazione; deficit cognitivo lieve.

Per l’argomento che ne è oggetto, può rivelarsi utile nei contesti educativi e di apprendimento di bambini e ragazzi con bisogni speciali e, particolarmente, in ambiente scolastico.

“Le insidie della comunicazione sono presenti in tutte le interazioni sociali, ma aumentano in modo esponenziale quando il ricevente ha delle difficoltá particolari, come ipovisione, sorditá, disabilitá intellettiva o disturbo dello spettro autistico.

Lodevole é la scelta italiana di includere tutti nella stessa scuola, ma a patto che gli insegnanti, e, con il loro aiuto, anche i compagni, imparino a comunicare correttamente con gli allievi “speciali” Mettersi nei panni di chi ascolta significa controllare il proprio linguaggio evitando concetti poco comprensibili per chi é stato deprivato di esperienze visive o uditive o per chi ha un funzionamento peculiare della mente.

Metafore, doppi sensi, ironia possono essere fonte di confusione in chi ha una comprensione letterale del linguaggio.

Allusioni alla prospettiva, alle varie gradazioni di luce e ombra possono essere poco comprensibili a chi non vede dalla nascita.

Maria Luisa Gargiulo e Alba Arezzo fanno meditare i comunicanti e in particolare coloro che hanno un rapporto educativo con persone “speciali” su come comunichiamo e su come dovremmo cambiare il nostro modo di comunicare mettendoci nei panni di chi ascolta.

La mediazione e la riflessione su strumenti adeguati di comunicazione aiuta a una partecipazione consapevole anche i compagni di scuola e non dá delega esclusiva agli insegnanti.

A questo fine é dedicato il libro.

Un ottimo libro, che può servire? A comunicare in modo più semplice e con cognizione di causa per i destinatari degli apprendimenti.

Utile a tutti gli insegnanti ed educatori che possono analizzare le loro proposte comunicative attraverso dei filtri che permettano ampia comprensione ai discenti. Perfetto per chi ha svantaggi ad apprendere ma utile a tutti per la semplicità delle istruzioni con la finalità di rendere accessibili tutti i testi e la comunicazione in generale.

“Questo libro presenta tecniche e indicazioni operative per migliorare la comprensibilita` dei testi, attraverso l’analisi di elementi che costituiscono barriere alla comprensione per persone con difficolta` specifiche: disturbi autistici in soggetti ad alto funzionamento; deficit visivo accompagnato da scarsa esperienza concreta; deficit uditivo e difficolta` a decodificare il linguaggio e i suoi significati; difficolta` ad usare e comprendere gli aspetti formali e pragmatici della comunicazione; deficit cognitivo lieve.

Per l’argomento che ne e` oggetto, puo` rivelarsi utile nei contesti educativi e di apprendimento di bambini e ragazzi con bisogni speciali e, particolarmente, in ambiente scolastico.

Il pubblico cui si rivolge il volume e` eterogeneo: insegnanti di scuola primaria e secondaria, educatori, assistenti alla comunicazione, genitori di bambini con disabilita` o bisogni speciali, persone che producono testi o che devono verificarne l’efficacia o personalizzarli per qualcuno in particolare o per una fascia di utenti specifica.

Avere indicazioni chiare sulle trappole del linguaggio, esercitarsi a vedere, leggere, scomporre, analizzare, ricomporre anche i testi apparentemente piu` semplici, piu` e piu` volte, sara` fondamentale a cambiare l’approccio mentale al testo e alle innumerevoli diverse possibilita` di conoscenza che offre.

E` un lavoro, duro? Si`, certo! Rendiamolo un esercizio stuzzicante per il cervello e presto ci divertiremo”

Calo Hanau

Il libro sarà acquistabile on line dal 20 Marzo.

Le autrici

Maria Luisa Gargiulo

Psicologa e psicoterapeuta, lavoro da oltre 20 anni con ragazzi e bambini in difficoltà, con i loro genitori ed insegnanti. Considero importanti gli aspetti clinici e diagnostici, ma non ho mai perso di vista l’importanza di dare valore alle risorse personali, tralasciando le etichette, che dividono e non aiutano a capire. Sono una persona con disabilità dalla nascita. Ho ben presente quanto sia difficile per un bambino disabile districarsi nel mondo degli adulti, specie quando quel mondo non ha strumenti per capire di cosa egli abbia bisogno e cosa potrebbe dare.

Così nella stesura di questo libro ho voluto chiarire come conoscere il funzionamento di una persona sia utile per capire le condizioni migliori per apprendere.

Gli psicologi non si occupano tanto di insegnamento ma senz’altro si occupano di apprendimento. Spesso mi si chiede come ottimizzare e personalizzare un testo per allievi con caratteristiche specifiche. Lavoro molto nel settore delle persone con deficit visivo, difficoltà dell’interazione sociale e dello spettro autistico, deficit metacognitivi e della comunicazione, sia con disturbi puri sia con doppia diagnosi, cioè con vari deficit compresenti.

Sono consapevole che questo secondo tipo di situazione rappresenta oggi la sfida per insegnanti ed educatori.

Nessuno di noi ha studiato per lavorare con specifiche persone, perché il rapporto interpersonale è spesso una musica che si suona all’impronta e nasce dalla disponibilità a lasciarsi toccare e cambiare dalle persone che incontriamo. A volte non sappiamo da dove partire e, nella migliore delle ipotesi, siamo preparati solo per classi o categorie diagnostiche. Ho imparato che le varie problematiche eventualmente presenti si condizionano reciprocamente, dando luogo a difficoltà e modi di apprendere differenti rispetto a quanto prevedibile in base ai codici diagnostici o a cliché stereotipati.

Collaborando con insegnanti e genitori, ho notato che gli educatori hanno il problema di personalizzare le caratteristiche del testo in base alle esigenze cognitive, percettive e linguistiche di ragazzi con diverse difficoltà, in modo che risulti comprensibile e permetta l’apprendimento. Ho, quindi, pensato che un libro come questo possa risultare utile per molte persone.

Alba Arezzo

Laureata in Lettere e, successivamente, in Scienze dell’Educazione e della Formazione, lavoro da oltre 10 anni nell’ambito educativo come assistente alla comunicazione tiflodidattica nella scuola e come educatrice per persone con disabilità visiva associata ad altri deficit. Mi sono specializzata nel lavoro con persone in età evolutiva con deficit visivo e disturbo dello spettro dell’autismo, con particolare riguardo all’analisi, allo sviluppo e al potenziamento del comportamento verbale.

Il lavoro in scuole di diverso ordine e grado con un ruolo di mediatore della comunicazione mi ha fatto conoscere le dinamiche che si instaurano in questo ambiente educativo, le esigenze e i problemi tanto dei bambini con bisogni speciali che dei loro docenti. Calarsi nei loro panni per scrivere questo libro non è stato dunque difficile.

La mia formazione linguistico-letteraria mi ha condotta istintivamente ad interessarmi della possibilità di apprendimento di lettura, comprensione del testo, nuovi vocaboli, grammatica, anche per coloro che, nel senso comune, non avrebbero dovuto trarre giovamento alcuno da queste conoscenze. Lavorando sulla materia e sui testi, con un occhio costantemente aperto sul mio “utente” e sulle sue esigenze, ho visto visi che sorridevano nel rispondere, li ho visti aprirsi al piacere di chiedere “Che cosa significa questa parola?”, li ho visti cercare da sé nuovi esempi per sperimentare il significato appena appreso di un termine o di una frase; li ho guardati mentre conquistavano l’autonomia nel compito e soddisfatti ottenevano un buon voto. Ho constatato che diventavano più aperti verso l’esterno, più partecipi ed interessati. Parallelamente gli insegnanti si attivavano sempre di più, incuriositi da possibilità che credevano non raggiungibili per quello studente. Si calavano accanto a lui e si commuovevano di fronte a chi cresceva per merito loro.

Dalla mia esperienza quotidiana e dallo scambio con insegnanti, genitori, educatori nasce l’interesse a mettere per iscritto in questo libro quanto maturato in questi anni.