Il bilancio dei morti causati da Dana ha superato i 200 e a tre giorni dalla catastrofe si scava ancora nel fango per cercare i sopravvissuti. Gli occhi vedono solo distruzione: con circa 366.000 abitanti senza acqua potabile e 50.000 senza elettricità. In un tunnel i vigili del fuoco hanno trovato vittime dentro 30-40 auto
La gente cerca di darsi aiuto come può, ma le polemiche sul ritardo dell’allarme è forte e questo mentre Dana sta continuando a causare piogge intense in particolare sulla regione colpita di Valencia e in Andalusia. L’Agenzia meteorologica spagnola ha attivato l’allerta arancione in alcune zone delle province di Valencia, Castellón e Tarragona mentre l’allerta rossa questa mattina l’Agenzia Meteorologica Statale (Aemet) ha attivato l’allarme rosso per pioggia sulla costa di Huelva e nelle regioni di Arévalo e Condado fino alle 15.
Il servizio 112 della regione di Andalucía ha chiesto la massima cautela nel muoversi a Huelva e di evitare spostamenti se non strettamente necessari. “Estrema cautela con DANA a Huelva. Avviso rosso per osservazione di pioggia sulla costa di Huelva, Andévalo e Condado. Proteggiti. Evita di viaggiare”, ha indicato il servizio di emergenza attraverso il suo profilo sulla rete social.
A causa dell’inondazione le condotte scoppiate e quindi manca l’acqua e in alcuni comuni non è possibile procedere con la pulizia del fango che nel frattempo si è seccato. Oltre ai 1.200 soldati impegnati nell’emergenza nella regione, oggi se ne uniranno altri 500, dove è previsto anche l’arrivo del ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska. La priorità è garantire beni di prima necessità, come acqua, cibo e medicine, alle popolazioni colpite.
La sindaco di Chiva Amparo Fort, alla radio nazionale Rne ha detto: “Intere case sono andate distrutte, non sappiamo se ci fossero persone all’interno o meno”. Nel piccolo comune della regione di Valencia i residenti stanno rimuovendo i detriti dalle strade piene di fango. Martedì nella città è piovuta più pioggia in otto ore di quanta ne fosse piovuta nei 20 mesi precedenti e l’acqua ha fatto straripare un canale che attraversa la città, distruggendo strade e case. “Sono stato lì per tutta la vita, tutti i miei ricordi sono lì, i miei genitori vivevano lì, e ora in una notte è tutto sparito”, ha detto all’Associated Press Juan Vicente Pérez, residente a Chiva, vicino al luogo in cui ha perso la sua casa, “se avessimo aspettato altri cinque minuti, non saremmo qui in questo mondo”.
A tre giorni dalle inondazioni, alcune aree rimaste isolate sono ancora prive di acqua, cibo ed energia elettrica e molte strade e linee ferroviarie rimangono inaccessibili, facendo temere che il bilancio delle vittime sia destinato a salire. “C’è ancora una pila di auto nella zona industriale, montagne e montagne di auto”, ha detto Amparo Fort, sindaco della città di Chiva, alla radio pubblica RNE. “Molte devono essere vuote, ma siamo sicuri che altre sono occupate”, ha aggiunto.
Cancellato il finale del mondiale della MotoGP, che non si disputerà a Valencia. Il gp, ultima tappa della stagione in programma dal 15 al 17 novembre, in seguito alla tragedia causata dall’alluvione è stato sospeso e si stanno valutando altre piste.
Redazione Fatti & Avvenimenti