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Venezuela. Forze sicurezza hanno circondato l’ex ambasciata Argentina dove si sono rifugiati 6 dissidenti politici

Alle 21:52 di venerdì 6 settembre e forze di sicurezza venezuelane hanno circondato l’ex ambasciata dell’Argentina a Caracas, dopo che Buenos Aires ha chiesto alla Corte penale internazionale dell’Aja a emettere un mandato di arresto contro il presidente, Nicolas Maduro, per crimini contro l’umanità

A denunciare l’accaduto sui social è stato Pedro Urruchurtu, coordinatore internazionale della leader dell’opposizione María Corina Machado, spiegando che l’ex ambasciata è circondata da pattuglie e uomini incappucciati, alcuni dei quali apparterrebbero al Servizio di intelligence nazionale bolivariano (Sebin). Urruchurtu è uno dei sei dirigenti politici che da marzo hanno chiesto asilo all’ambasciata e per i quali il governo argentino ha già chiesto un passaggio sicuro per poter lasciare il Venezuela.

Gli altri cinque sono l’ex deputato Omar González, il responsabile della campagna elettorale, Magalli Meda, la coordinatrice di Voluntad Popular, Claudia Macero, il coordinatore elettorale dello stesso partito, Humberto Villalobos, e l’ex ministro Fernando Martínez Mottola, assessore della Piattaforma unitaria democratica (Pud), la principale coalizione dei partiti di opposizione.

Ad agosto il governo venezuelano ha interrotto le relazioni diplomatiche con l’Argentina che non ha riconosciuto la vittoria di Maduro, chiudendo l’ambasciata, decisione presa anche nei confronti di altri sei Paesi che hanno denunciato presunti brogli alle elezioni del 28 luglio. Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva per garantire l’incolumità di sei rifugiati, aveva dato la sua disponibilità ad assumerne la custodia dopo l’espulsione degli addetti argentini. Il governo venezuelano ha dato il suo benestare all’operazione, ma venerdì ha revocato la concessione e quindi l’ex ambasciata non ha più lo status di “sede diplomatica”,

Secondo Urruchurtu, tuttavia, “il Brasile continua a rappresentare gli interessi dell’Argentina”. “Se il Venezuela vuole revocare la sua autorizzazione, deve aspettare che venga definito un Paese sostitutivo”, ha aggiunto in un post su X.