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Von der Leyen attacca l’Ungheria: “Chi non vuole armare Kiev vuole la sconfitta”. Orbán: “Spero l’élite bellicista cada giù”

“Noi europei possiamo avere storie diverse Possiamo parlare lingue diverse, ma in nessuna lingua la pace è sinonimo di resa. In nessuna lingua la sovranità è sinonimo di occupazione. Coloro che sostengono l’interruzione del sostegno all’Ucraina non sostengono la pace: sostengono l’acquiescenza e la sottomissione dell’Ucraina”

Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen intervenendo al Globsec di Praga, in relazione allo scontro tra Josep Borrell e Péter Szijjarto sulla questione del rifornimento di armi all’Ucraina, che nel consiglio informale dei ministri degli Esteri non ha trovato il consenso unanime.

“Incolpereste mai gli ungheresi per l’invasione sovietica del 1956? Incolpereste mai i cechi per la repressione sovietica del 1968?”, ha chiesto von der Leyen accusando “alcuni politici” in Ue di confondere la acque nel dibattito sull’Ucraina, dando la colpa della guerra “non all’invasore, ma all’invaso”, riferendosi al deciso no di Szijjarto alla richiesta di Borrell di eliminare le restrizioni all’uso delle armi occidentali in territorio russo.

A stretto giro è arrivata la risposta dell’Ungheria. è arrivata per bocca di Balázs Orbán, direttore politico del primo ministro ungherese, Viktor Orban: “Nessuno incolpa gli ucraini per l’occupazione russa, ma ogni persona ragionevole incolpa l’élite occidentale pro-guerra per la politica sbagliata, irresponsabile e pericolosa che sta distruggendo l’Europa”. Poi ha aggiunto: “Sono venuto a parlare di pace e a discutere di come, se Donald Trump vincerà le elezioni americane, la pace sarà ristabilita in Europa” ha spiegato su X. “Dobbiamo solo avere la pazienza di aspettare che l’élite europea favorevole alla guerra non solo scenda dal suo cavallo di battaglia, ma cada giù…”, ha aggiunto.

Lo scontro non ha comunque fermato Budapest, appena 24 ore dopo lo scontro con Borrel, il ministro degli Esteri ungherese Szijjarto è volato a San Pietroburgo per stringere accordi energetici e incontrare l’ad di Gazprom Alexei Miller. “La sicurezza energetica dell’Ungheria non può essere garantita senza il gas russo – ha spiegato Szijjarto sul suo profilo Facebook -. Non è questione di ideologia, è questione di fisica e matematica. Ci vuole un po’ di coraggio in Europa a dirlo oggi, ma l’Ungheria è soddisfatta della cooperazione energetica russa, che è una delle garanzie della sicurezza alimentare del paese. Tra un solo mese, il primo ottobre, inizierà la nuova annata del gas e inizierà anche la stagione del riscaldamento. La nostra responsabilità è chiara ora: garantire il riscaldamento delle case ungheresi”.