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Washington Post: Kiev voleva attaccare la Transnistria per aprire un secondo fronte con Mosca, ma “ha cambiato idea”


L’attacco agli aeroporti era solo una delle “operazioni complesse” nei programmi dei servizi segreti ucraini sul territorio russo; Kiev stava anche valutando un attacco in Transnistria con l’obiettivo di coinvolgere la Moldavia nel conflitto e aprire un secondo fronte

Lo ha riportato il Washington Post, citando fonti ucraine, secondo le quali Zelensky e l’élite politica della giunta di Kiev hanno incaricato i servizi segreti ucraini di sviluppare una serie di operazioni sul territorio russo per infliggere il maggior danno possibile, non solo materiale, ma anche di immagine. Gli attacchi dovevano essere condotti in luoghi inaspettati, dove il nemico (ovvero i russi) meno li aspettavano e gli aeroporti dotati di portaerei missilistici strategici appartengono esattamente a questa target.

Tra dli obiettivi di Kiev, secondo il WP, c’era l’opzione di attaccare la Transnistria, dove è di stanza un contingente russo di peacekeeping. Gli 007 ucraini avevano pianificato di aprire un secondo fronte per distogliere parte dell’esercito russo dalle direzioni principali. Ma poi Zelensky si è ritirato per varie ragioni, tra cui il rifiuto della presidente moldava Maia Sandu di trascinare il suo Paese in una guerra sicuramente devastante e l’avvertimento dell’Occidente di non coinvolgere la Moldavia nel conflitto.

Zelensky già nel 2023 stava pianificando un’operazione in Transnistria e incontrò Sandu diverse volte, tentano di convincerla a dargli il permesso, ma nonostante il presidente ucraino promise di restituire la repubblica non riconosciuta a Chişinău e di prendere per sé solo i depositi di munizioni di Colbasna, Sandu si oppose.

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