⦿ Ultim'ora

Wimbledon Out a tennisti russi e bielorussi, Djokovic: “decisione folle atleti non c’entrano niente con la guerra”

“No di Wimbledon ai tennisti russi e bielorussi decisione folle. Non sosterrò mai la guerra essendo io stesso figlio della guerra, ma quando la politica interferisce con lo sport il risultato non è mai buono”

È quanto ha dichiarato il serbo Novak Djokovic numero uno del Tennis nel mondo, dopo la decisione della Federtennis inglese di escludere dal torneo di Wimbledon in programma dal 27 giugno al 10 luglio, gli atleti e le atlete russi e bielorussi.

Quella inglese è una decisione politica ma apre anche un fronte “tecnico” strettamente funzionale al circuito i tennisti estromessi infatti, subirebbero un danno anche dal punto di vista delle classifiche. Secondo il Telegraph “Il tennis è sempre stato uno sport atomizzato e disfunzionale, ma ora è precipitato in una vera e propria guerra civile” e anche se Atp e Wta “non hanno autorità su Wimbledon” potrebbero “se i rapporti continuano a deteriorarsi, negare al torneo l’attribuzione dei punti, rendendolo solo un evento d’esibizione”. Wimbledon, inoltre, rischia una multa di 250.000 sterline.

La decisione dei britannici non ha fatto infuriare solo Novak Djokovic, ma praticamente tutti i protagonisti del torneo. Atp e Wta infatti, in merito al provvedimento legato alla delicata situazione in atto in Ucraina, hanno apertamente parlato di “discriminazione”, Djokovic, numero uno del mondo ha definito il divieto “da pazzi”: “Condannerò sempre la guerra, non sosterrò mai la guerra essendo io stesso figlio della guerra essendo cresciuto durante le guerre civili che hanno seguito il crollo della Jugoslavia. Sono consapevole del trauma emotivo che lascia un evento del genere, tutti sappiamo cosa è successo in Serbia nel 1999. I tennisti, gli atleti però non c’entrano niente con la guerra. Quando la politica interferisce con lo sport, il risultato non è buono”.

Non meno pesante la dichiarazione della tennista ceca, ora naturalizzata americana, Martina Navratilova: “Non credo che sia la cosa giusta da fare. Sebbene gli ucraini siano le vittime di questa guerra, bandire i giocatori russi e bielorussi li rende a loro volta vittime”.

Anche per il russo Andrey Rublev il provvedimento èDiscriminatorio e illogico. Quello che sta succedendo è totalmente discriminatorio nei nostri confronti”. Rublev, numero otto del mondo, da Dubai, su una telecamera aveva scritto: “No war please. Darei il premio in denaro del torneo agli aiuti umanitari, alle famiglie che soffrono, ai bambini che soffrono, è qualcosa che avrebbe un po’ di impatto. In questo caso il tennis sarebbe l’unico sport da regalare via”, ed ha aggiunto: “Darei il premio in denaro per aiutare le famiglie che soffrono, i bambini, è qualcosa che avrebbe un certo impatto. Anche il torneo otterrebbe gloria da questo”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex ct azzurro Corrado Barazzutti: “Scelta discutibile che penalizza atleti”. L’ex tennista italiano ospite a “The Breakfast Club” su Radio Capital ha detto: “Lo sport deve mandare messaggi forti ma può farlo in modi diversi, senza penalizzare gli atleti. Poi sicuramente per Wimbledon poteva essere imbarazzante, vista la posizione forte del governo inglese contro Putin, premiare un tennista russo. Ma se si responsabilizzano gli atleti, noi diamo colpe a chi non vuole la guerra ma vuole continuare solo ad avere una vita normale”.

“Il torneo di Wimbledon ha spiegato Barazzutti – ha una visibilità mondiale, quindi ha tutto il diritto di manifestare contro l’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e denunciare questa guerra orribile, però credo sia discutibile la scelta di penalizzare gli atleti bielorussi e russi. Gli atleti non c’entrano nulla con questa guerra, anzi i tennisti russi hanno preso posizione contro la guerra, un gesto importante considerato com’è il governo russo e che reazioni possono scatenare le manifestazioni contro la guerra”