“Se vogliamo porre fine alla fase calda della guerra, il territorio dell’Ucraina che abbiamo sotto il nostro controllo deve essere messo sotto l’ombrello della Nato e poi riportare indietro i territori occupati dalla Russia in modo diplomatico“
Lo ha detto nella serata di ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una intervista con il corrispondente di Sky News. Zelensky prima dell’intervista ha avuto conversazioni telefoniche con il presidente francese Emmanuel Macron, che ha ringraziato per l’accelerazione del trasferimento degli aerei Mirage e con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, con cui ha condiviso i dettagli del suo recente colloquio con Vladimir Putin. Poche ore dopo il presidente ucraino, forse perché, dopo queste interlocuzioni ha capito di essere con le spalle al muro, ha aperto ad un accordo di cessate il fuoco con Putin senza la restituzione dei territori occupati dalla Russia, a condizione di mettere sotto la protezioni della Nato i territori che ancora controlla.
Questa condizione aggiunge Zelensky, gli consentirebbe di negoziare in seguito la restituzione del resto del Paese “per via diplomatica” e poi sempre per via diplomatica trattare la restituzione dei territori annessi da Mosca.
Il corrispondente di Sky News gli ha anche chiesto di rispondere alle indiscrezioni dei media secondo cui uno dei piani del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump per porre fine alla guerra potrebbe essere che Kiev ceda i territori che Mosca ha occupato in cambio dell’adesione dell’Ucraina alla Nato e qui Zelensky ha affermato che l’adesione alla Nato dovrà essere offerta alle zone non occupate del Paese per porre fine alla “fase calda della guerra”, a patto che l’invito della Nato stesso riconosca i confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina.
È la prima volta che il leader ucraino dichiara di accettare che le zone occupate dalla Russia possano, anche solo temporaneamente, rimanere escluse da un simile accordo, probabilmente dopo l’attacco subito con il nuovissimo sistema missilistico balistico ipersonico a raggio intermedio Oreshnik, che ha mostrato una potenza distruttiva inimmaginabile e che nessuna arma occidentale è in grado di fermare, unito ai massicci bombardamenti degli ultimi giorni con missili e droni su tutta l’Ucraina, in risposta all’uso di missili americani e britannici per colpire il territorio russo, gli hanno fatto cambiare idea. Ora però bisognerà vedere se Putin e Trump sono d’accordo.
Redazione Fatti & Avvenimenti