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Zelensky vuole embargo gas russo ma aziende e sindacati tedeschi dicono NO: perdite produzione e posti lavoro

È un “NO” secco quello delle aziende e dei sindacati tedeschi che non vogliono l’embargo al gas russo come chiesto da Zelensky per colpire le casse del Cremlino

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, dall’inizio del conflitto, continua a chiedere all’Europa di bloccare l’acquisto del gas russo per non foraggiare le casse del Cremlino, ma la sua richiesta non appare semplice da realizzare.

Tra i primi no secchi, c’è stato quello dell’Ungheria con il premier Orban che ha chiaramente spiegato che il suo Paese senza quel gas da cui dipende energeticamente, chiuderebbe i battenti. Poi per rafforzare il concetto ha aggiunto che è anche disponibile a pagare in rubli come richiesto da Putin. Zelensky nei giorni scorsi si era scagliato contro il premier ungherese definendolo “amico” della Russia.

Alla posizione ungherese, si aggiunge anche quella della Germania. Le aziende e i sindacati tedeschi infatti, con una nota congiunta, hanno fatto sapere che sono contrari all’embargo al gas russo: “Un immediato embargo sul gas comporterà perdite di produzione, arresti della produzione, ulteriore deindustrializzazione e continue perdite di posti di lavoro. Nei prossimi mesi avremo ancora molti problemi da risolvere. Non possiamo agire da una posizione di debolezza”.

Una posizione chiara quella della Bda, associazione degli industriali tedeschi, e della Dgb, associazione dei sindacati tedeschi, espressa nella nota congiunta che hanno firmato. Per i sindacati, l’ipotesi di un embargo sul gas russo, potrebbe produrre una deindustrializzazione della Germania.

Sempre con una dichiarazione congiunta, anche l’agenzia Dpa, i presidenti delle due associazioni, Rainer Dulger (Bda) e Rainer Hoffmann (Dgb), hanno sottolineato che le sanzioni dovrebbero essere mirate, esercitare pressione sul destinatario e prevenire il più possibile danni alla propria economia. Secondo Dulger e Hoffman un blocco delle importazioni di gas russo avrebbe invece conseguenze molto piu’ gravi per l’economia e il mercato del lavoro tedeschi che per la Russia.

“Un immediato embargo sul gas – si legge nella nota dei due presidenti – comporterà perdite di produzione, arresti della produzione, ulteriore deindustrializzazione e continue perdite di posti di lavoro. Nei prossimi mesi avremo ancora molti problemi da risolvere. Non possiamo agire da una posizione di debolezza”.

Il portavoce del governo tedesco, Wolfgang Buechner, aveva chiarito in precedenza che le autorità di Berlino si oppongono all’imposizione immediata di un embargo sulle forniture di petrolio e gas dalla Russia. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha più volte sottolineato che il suo esecutivo sta seguendo una strategia di riduzione graduale della dipendenza dalle forniture energetiche russe.

A sua volta Robert Habeck, vicecancelliere e ministro dell’Economia, ha annunciato l’introduzione di un piano di emergenza in caso di cessazione dell’approvvigionamento energetico dalla Russia. Secondo le previsioni ufficiali del ministero guidato da Habeck, la Germania non potrà raggiungere la piena indipendenza dal gas russo prima dell’estate del 2024.