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50° Sisma Valle Belice: rammarico del sindaco Valenti per mancato coinvolgimento di Sciacca all’inaugurazione con Mattarella


Scintille tra il sindaco di Sciacca Francesca Valenti e il sindaco di Partanna Nicolò Catania, in occasione delle celebrazioni del 50° anniversario del sisma che ha colpito la Valle del Belice, celebrazioni che oggi vedranno la presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Nella foto, Francesca Valenti, Sergio Mattarella e Nicolò Catania

Nello specifico Francesca Valenti si rammarica per il non coinvolgimento del Comune di Sciacca alla manifestazione di inaugurazione delle commemorazioni del triste evento, sopratutto in relazione al ruolo avuto dalla città termale e del suo ospedale, nella gestione degli aiuti ai cittadini dei paesi più direttamente coinvolti nel sisma.

La nostra redazione ha raggiunto telefonicamente Nicolò Catania, per chiarimenti sulla questione, ma il sindaco di Partanna ha glissato, trincerandosi sulla mancanza di tempo, dovuta all’organizzazione della manifestazione, ma di fatto non rispondendo alle domande.

Di seguito l’intero contenuto della lettera del sindaco Francesca Valenti.

“Pregiatissimo Collega,

considero altamente qualificante, ai fini della valorizzazione della memoria storica, la presenza nel Tuo Comune del Signor Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella per l’avvio delle manifestazioni relative al 50° anniversario del terremoto che nel 1968 devastò numerosi comuni della Valle del Belice.

Una tragedia che, cinquant’anni dopo, può ancora rappresentare un momento di doverosa riflessione per l’intera comunità nazionale. Quel dramma, attorno a cui negli anni, purtroppo, si sono associate ingiustizie ed alimentate strumentalizzazioni, non coinvolse solo le popolazioni direttamente colpite dal sisma, ma un intero territorio, quello circostante che, più o meno indirettamente, fu testimone di straordinari esempi di solidarietà e soccorso.

In tal senso, permettimi di ricordare, anche la comunità di Sciacca, che ho l’onore di rappresentare, si sentì coinvolta da quella tragedia, avendola percepita non solo fisicamente, attraverso le oscillazioni del terreno, ma anche dal punto di vista umano, come dimostrò anche qui la necessità di realizzare una baraccopoli, così come dimostrò il ruolo centrale avuto dall’ospedale, non a caso definito da un giornalista del Corriere della Sera, in una delle sue corrispondenze dell’epoca più significative, “il più efficiente centro sanitario della zona terremotata”.

Un testimonianza quest’ultima, che riconosce il ruolo avuto dai medici del nosocomio di Sciacca, allora capeggiati dal compianto dottor Giuseppe Ferrara, dove furono ricoverati decine e decine di feriti, costringendo i chirurghi a interventi senza sosta in sala operatoria. Insomma: ancorché senza morti né feriti tra i suoi cittadini, anche Sciacca fu vittima di quel terremoto.

E, a nome della comunità di Sciacca, non posso non manifestarTi tutto il mio rammarico per il fatto che il Coordinamento dei Sindaci da Te presieduto non abbia ritenuto di coinvolgere anche il mio Comune alla manifestazione di inaugurazione delle commemorazioni alla presenza del Capo dello Stato. Invano, in questi giorni, ho atteso una lettera o una telefonata. Non posso non esternarTi il mio disappunto per questa decisione o dimenticanza. In ogni caso, Ti prego di estendere il saluto della comunità di Sciacca al Presidente Mattarella”.