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Coronavirs. La Russia oltre al vaccino ha autorizzato la vendita nelle farmacie di 2 farmaci per curare il Covid

La Russia di Putin continua la sua lotta al Covid-19, mettendo in commercio due nuovi farmaci, consapevole che su questo fronte passa la ripresa economica e quindi il futuro della federazione


Le autorità sanitarie russe hanno autorizzato la distribuzione nelle farmacie di due farmaci in grado di curare i casi d’infezione lievi e moderati dal coronavirs. Il primo, l’Areplivir, è prodotto dalla Promomed, il secondo il Koronavir, è stato sviluppato dalla R-Farm. Entrambi i farmaci sono varianti del favipiravir, un antivirale sviluppato dalla giapponese Fujifilm che viene raccomandato in alcuni Paesi, tra cui Cina, India e Russia, per curare le infezioni provocate dal Covid-19.

La R-Pharm ha reso noto di aver ricevuto l’autorizzazione per la produzione di massa del Koronavir dopo aver completato la Fase 3 dei test clinici, che ha coinvolto appena 178 pazienti. Il farmaco, sempre secondo il produttore, dovrebbe ridurre lo sviluppo di complicazioni legate al Covid-19 e nel 50% dei pazienti che lo hanno assunto nell’ambito delle sperimentazioni avrebbe mostrato segni di miglioramento nell’arco di sette giorni.

Dunque oltre al vaccino, che serve per prevenire l’insorgere del contagio, ora arriva anche la cura per chi è stato già infettato. il vaccino Sputnik V, è stato già distribuito in fase logistica, mentre il lancio sul mercato è previsto per novembre.

Le fasi uno e due della sperimentazione dello Sputnik V, sono state molto accelerate, tanto da generare le perplessità su eventuali effetti collaterali, di quasi tutti i pesi europei e dall’OMS. Ma Mosca ha deciso ugualmente di andare avanti spinta da motivazioni geopolitiche. Esseri i primi a trovare la cura in grado di fermare il Covid-19 consentirebbe all’economia russa di ripartire per prima e di espandere la sfera d’influenza del Cremlino.

Normalmente i test per questo genere di farmaci hanno tempi più lunghi, ma i russi li hanno compressi per ovvie esigenze economiche e sanitarie da cui la federazione russa potrebbe trarne dei vantaggi politici. Il Cremlino ha recentemente raggiunto un accordo con l’India per la fornitura di cento milioni di dosi dello Sputnik V a Nuova Delhi in cambio della produzione di 300 milioni di dosi del vaccino da parte delle autorità indiane.

Ma non solo India, sono molte le nazioni interessate al vaccino russo, tra questi anche all’Egitto che, stando a quanto riferito dai vertici del Fondo di investimento russo, potrebbe fungere da porta di accesso per il resto dell’Africa. Intese sono state già siglate anche con Brasile e Messico che hanno ordinato 80 milioni di dosi del trattamento.