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Ballottaggio 25 giugno: tra Bono e la Valenti, quanti saccensi sceglieranno il mare?


La temperatura climatica sarà calda, ma quella elettorale, potrebbe essere molto “tiepida”. La domanda che tutti si pongono infatti, e in primis i candidati a sindaco, è: in quanti domenica prossima andranno a votare?

Non è facile fare un pronostico, quest’anno come poche altre volte le variabili sono tante. Storicamente al secondo turno, in qualsiasi tipo di competizione c’è un calo dei partecipanti per i soliti motivi, ma questa volta, ai classici se ne aggiungono altri.

Il primo dei motivi “classici” è la mancanza di traino del candidato a consigliere comunale. Va da sé che senza il pungolo del cugino, dello zio o dell’amico a cui non puoi dire di no, che già alle sette del mattino – dopo che hai fatto notte – ti telefona per sapere se hai già votato e con la certezza che il giorno dopo si recherà nella sezione dove voti – perché lui già si è informato dove voti – per controllare di persona se il tuo voto c’è, beh, senza questo assillo, in molti di prendere la scheda ed andare a votare, magari con un caldo soffocante, proprio non ne vorranno sapere.

Il secondo motivo – sempre un classico – è il mare. Una domenica con un sole splendente, il mare una “tavola”, un caldo asfissiante, beh, tra una cabina elettorale e Capo S. Marco o S. Giorgio, in molti opteranno per la spiaggia e chi non ha la casa in loco, per restare sino a sera, si porterà dietro una bella teglia di pasta a forno, le immancabili cotolette di carne – rigorosamente fritte – e l’irrinunciabile anguria, da sotterrare nella sabbia in riva al mare.

Poi arrivano i motivi “politici”… ma non troppo. Una fetta di elettorato, il cosidetto “qualunquista”, quello per intenderci che da anni ha adottato il motto “chiu scuru di mezzanotte nun po fari”, se a vincere sarà la Valenti o Bono, proprio non glie ne può fregar de meno e diserterà le urne.

Infine quelli “politicamente motivati” e questi vanno divisi in settori. Alcuni di questi sono i candidati delusi del primo turno, i “trombati” dall’elettorato, che davanti alla statua della madonna,  imprecando contro i “traditori” , hanno giurato che di politica non ne vogliono più sapere.

Dulcis in fundo, quelli che volevano il “cambiamento”. Questa parte di elettorato, che ricordiamo a Sciacca, domenica 11 ha rappresentato il 40%, non si riconosce in nessuno dei due candidati, che in effetti rappresentano i due schieramenti classici, centro destra uno e centro sinistra l’altra. Ecco questi sono gli imprevedibili: non voteranno oppure cercheranno di favorire uno dei due candidati di questo ballottaggio?

Questo è lo scenario che ci attende domenica prossima. Sapranno i due contendenti convincere gli elettori ad andare a votare?