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Foibe, la tragedia ricordata oggi al Senato. Mattarella: “occorre condannare la negazione della storia e l’indifferenza”


Cerimonia oggi al Senato per ricordare la tragedia delle “foibe”. Secondo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “occorre condannare la negazione della storia e l’indifferenza”

Oggi si ricorda la tragedia delle foibe. A Roma sarà deposta una corona all’Altare della Patria. Per commemorare il giorno della memoria saranno presenti nell’aula di Palazzo Madama: il Presidente del Senato Elisabetta Casellati, della Camera Roberto Fico e il Premier Giuseppe Conte. Secondo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si ricorda “ una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuiscono per superficialità o per calcolo il dovuto rilievo”.

Menzionando l’aspetto storico possiamo dedurre che: i massacri delle foibe sono stati degli eccidi ai danni militari e civili, avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale e nell’immediato secondo Dopoguerra, da parte dei partigiani jugoslavi e dell’OZNA. Il nome si riferisce ai grandi inghiottitoi carsici, e quindi alle cosiddette “foibe” , dove furono gettati molti dei corpi delle vittime.

Il grande giornalista e storico italiano Giampaolo Pansa spento lo scorso 13gennaio 2020 all’età di 84 anni è stato il primo a raccontare “la tragedia delle foibe” .

“Il giorno del ricordo” istituito dal Parlamento nel 2004, ci fa rivivere una pagina tragica della nostra storia. Gli italiani d’Istria, della Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi terribile sofferenze. Alla fine della Seconda Guerra queste terre con i loro abitanti, furono costretti a passare dalla dittatura del Nazifascismo a quella del Comunismo.

In merito alle foibe Mattarella esprime il suo pensiero : “Si trattò di una vera e propria sciagura nazionale ed esistono ancora piccole sacche di negazionismo militare”. E ancora aggiunge: “oggi il vero avversario da battere è quello dell’indifferenza, del disinteresse e della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi. Oggi condividiamo insieme ai nostri vicini della Slovenia e Croazia pace, amicizia e collaborazione in comune con l’Europa e la comunità internazionale. Invece nella prima metà del Novecento erano teatro di guerre e di fosche tragedie conclude il capo dello Stato”.

Le “foibe” sono letteralmente “delle cavità naturali” presenti sul Carso. Il nome “foiba” rievoca due terribili momenti storici: “la Seconda guerra mondiale “ e l’immediato “Dopoguerra”, quando le foibe erano teatro di vere e proprie esecuzioni di massa.
Proprio i Partigiani Comunisti seguiti dal Maresciallo Tito, gettarono nelle foibe, migliaia di persone colpevoli di essere “italiani”. Nello specifico: i condannati a morte venivano legati l’uno all’altro con un lungo filo di ferro stretto intorno ai polsi e veniva aperto il fuoco su di loro con i colpi di mitra che li trapassavano da parte a parte. Ormai in fin di vita precipitavano nelle foibe trascinando con sé gli altri condannati ai quali erano stati legati.

Questo eccidio delle foibe continuò anche dopo l’armistizio dell’indifferenza settembre 1943 con l’Istria e con la presa di potere da parte dei Partigiani e dell’Esercito Popolare Jugoslavo nel maggio del 1945.

Purtroppo tutti gli italiani non comunisti vennero considerati nemici del popolo. Migliaia di italiani che risiedevano tra Istria, Fiume e Dalmazia furono costretti a lasciare la loro terra, altri vennero barbaramente uccisi dai partigiani di Tito che li gettavano nelle foibe.
Questo sentimento anti-fascista era così evidente da far trapelare odio e violenza. La disumanità delle foibe finì con la firma del trattato di pace di Parigi il 10 febbraio 1947.
Nei libri di storia trapelano pagine e pagine di foibe e campi di concentramento nazisti; perché tutti devono essere a conoscenza dell’orrore subito in passato, affinché non persista più. La violenza porta soltanto: morte (tra cui morti innocenti) e distruzione (con le ingiustizie subite).

Esattamente quattordici anni fa, nel 2005 gli italiani furono chiamati per la prima volta a celebrare il “Giorno del Ricordo” in memoria dei quasi ventimila nostri fratelli torturati, assassinati e gettati nelle foibe (le fenditure carsiche usate come discariche) dalle milizie della Jugoslavia di Tito alla fine della Seconda Guerra mondiale.

“Per troppo tempo le sofferenze patite dagli italiani Giuliano- Dalmati con la tragedia delle foibe e dell’esodo hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia.” (Cit. Sergio Mattarella).