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La Regione fa “cassa” e vende i beni, c’è anche l’ex ospedale di via Figuli: il Comune batta un colpo e lo compri


La Regione Siciliana economicamente, è con l’acqua alla gola. I debiti, che variano ad ogni verifica, l’ultima è di 5,8 milioni di euro, non fanno dormire sonni tranquilli a Nello Musumeci e sopratutto a Gaetano Armao, chiamato a risanarli, o almeno a provarci.

L’assessore all’Economia, per raggiungere lo scopo, ha una sua ricetta, peraltro non nuova, che aveva già proposto nel 2012 quando ricoprì l’incarico di assessore nel governo di Raffaele Lombardo. Allora annunciò la vendita di 68 immobili regionali, dai quali contava di incassare 224 milioni di euro.

Ebbene tra i beni contenuti in quel pacchetto, vi era anche l’ex ospedale di Sciacca di via Figuli, che oggi sicuramente sarà reinserito tra i beni da dismettere. Un’occasione unica e imperdibile dunque per la città Termale, che su quel sito ha visto proporre negli anni di tutto e di più.

Per completezza, tra gli altri bene da dismettere c’era il palazzo dei congressi di Agrigento, il Cres di Monreale, le centrali ortofrutticole di Paternò e Catania,l a Fattoria Sole di Catania e l’ex centrale del vino di Aci Castello.

Gaetano Armao ha già incaricato una commissione di esperti che dovrà fare una stima ufficiale del valore del patrimonio immobiliare della Regione e valutare quali sono i beni da vendere per recuperare liquidità. D’altronde questa è la via già indicata dalla Corte dei conti, che nell’ultimo giudizio di parifica dello scorso luglio, aveva dato un ultimatum al governo Crocetta: “la Regione provveda alla ricognizione del patrimonio entro l’esercizio 2017”. Ma Saruzzo, negli ultimi sussulti di vita del suo governo, non fece nulla.

Ora dovrà pensarci Armao, che dovrà fare i conti anche con la partecipata “Sicilia Patrimonio Immobiliare” che è in liquidazione, e dovrà anche fare presto, con il nuovo limite fissato al 31 dicembre 2018, data in cui dovrebbe essere già disposto un piano organico di dismissioni.

La situazione dunque è chiara e i tempi della regione per un eventuale bando di vendita, non sono vicinissimi, ma lasciano tempo alla giunta di Francesca Valenti di organizzarsi per tempo e prevedere ciò che economicamente, tecnicamente e giuridicamente, va preparato per farsi trovare pronti all’appuntamento.