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Studentessa siciliana stuprata nel Campus di Torino: arrestato un 17enne italiano di origini senegalesi

Inchiodato dal dna, la polizia ha arrestato un 17enne italiano di origini senegalese: sarebbe stato lui a picchiare e violentare la studentessa nella sua stanza del Campus universitario Borsellino

Gli investigatori hanno controllato seimila persone in dodici giorni, che per aspetto erano compatibili con l’aggressore che nella notte tra il 29 e il 30 ottobre ha stuprato la studentessa di Messina nella sua stanza della residenza del Campus universitario Borsellino a Torino. In tanti portati anche in questura per la foto segnalazione e poi rilasciati, fino a quando l’altra notte non è stato individuato un ragazzo di 17 anni, con alcuni precedenti per piccoli reati, che in tutto e per tutto assomigliava all’identikit fatto dalla polizia scientifica, diretta da Davide Balbi.

Dopo 12 giorni di intense ricerche un 17enne italiano di origini senegalesi, è stato arrestato a Torino dagli investigatori della squadra Mobile diretta da Luigi Mitola, con l’accusa di aver violentato una studentessa all’interno Campus universitario Borsellino. Il presunto stupratore è stato individuato grazie a delle immagini di videosorveglianza oltre che dalla comparazione del Dna.

L’arrestato è un giovane con un passato difficile, già entrato diverse volte in comunità, da cui l’ultima volta era anche scappato. Girovagava nel quartiere Mirafiori e più in generale, a Torino Sud, ogni tanto andava dai genitori, ma non aveva un luogo stabile in cui dormire. Anche per questo la foto è stata fondamentale per la sua individuazione, così come tutti gli accertamenti svolti dalla polizia scientifica: il ragazzo è stato fermato ancor prima di essere interrogato, solo quando la polizia ha avuto l’esito che il suo dna coincideva con le tracce biologiche ritrovate nella stanza della ragazza e sul suo corpo.

Per competenza, vista la minore età dell’indagato, l’indagine è passata ora nelle mani della procura dei minori. la procuratrice capo Emma Avezzù si è complimentata per l’esito investigativo “frutto del lavoro corale, professionale e coordinato dei vari gruppi della polizia”. Era stata un’aggressione particolarmente brutale quella subita dalla studentessa di 23 anni che aveva aperto la porta della sua camera dopo aver sentito bussare, mentre era al telefono con un’amica. Pensava che fosse uno dei tanti ospiti della residenza universitaria frequentata da oltre 400 persone e protetta da un servizio di vigilanza e una reception al piano terra. Ma il ragazzo era riuscito a entrare superando la cancellata su via Vochieri ed era salito fino al nono piano, bussando anche a qualche altra porta.

L’aveva visto toccarsi le parti intime, con i pantaloni abbassati in corridoio. Lui le aveva stretto le mani intorno al collo e l’aveva picchiata e anche minacciata. Lei era riuscita a dare l’allarme attraverso la catenella di emergenza in bagno. Ed era stata soccorsa e portata in ambulanza all’ospedale Sant’Anna e poi alle Molinette.