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Trovato il corpo di Giulia Tramontano incinta di 7 mesi, il fidanzato ha confessato: “L’ho uccisa io”

Il cadavere di Giulia Tramontano è stato trovato poco dopo la mezzanotte. Il fidanzato, reo confesso, l’aveva abbandonata in un’area verde dietro ad alcuni box di una palazzina in via Monte Rosa a Senago

Alessandro Impagnatiello, 30enne barman dell’Armani Bamboo, il rooftop di proprietà di ‘Re Giorgio’ con vista su via Montenapoleone a Milano, che dal pomeriggio era ufficialmente indagato per omicidio volontario aggravato, occultamento cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale, ha confessato: “L’ho uccisa io”. È stato lo stesso fidanzato a fare ritrovare il corpo di Giulia Tramontano scomparsa da cinque giorni. L’uomo, che aveva una relazione con due donne contemporaneamente, durante l’interrogatorio nella caserma di Senago. avrebbe confessato il delitto.

Secondo una prima ricostruzione si tratterebbe di un “omicidio d’impeto”. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire quanto accaduto quel sabato 28 maggio, quando Giulia, incinta di sette mesi, ha incontrato l’amante del compagno, un’americana collega del presunto assassino, anche lei rimasta incinta, ma che avrebbe perso il bimbo, forse volontariamente. Le due donne, che il 30enne barman avesse una doppia vita ne erano a conoscenza già “da aprile” e quella sera si sarebbero incontrate, pare per volere dell’amante proprio perché non credeva più alla versione del 30enne che continuava a screditare la compagna e anche la sua gravidanza. Un incontro chiarificatore. dopo il quale Giulia, probabilmente si è resa conto del castello di bugie che l’uomo che le dormiva accanto le aveva raccontato.

La stessa sera, secondo l’ipotesi accusatoria, ci sarebbe stato l’incontro fatale tra il fidanzato e Giulia, che probabilmente gli ha rinfacciato la verità, scatenando l’ira dell’uomo che l’avrebbe uccisa. Inoltre gli inquirenti non escludono che qualcuno abbia aiutato il 30enne a liberarsi del cadavere, nella sua auto infatti sono state ritrovate alcune tracce biologiche, verosimilmente sangue, proprio quelle che hanno indotto gli inquirenti milanesi ad indagare sull’uomo.