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Variante sudafricana: Rettore Università Palermo Midiri vuole utilizzare l’ATeN come centro di produzione vaccinale

La variante sudafricana del Covid spaventa il mondo e gli scienziati lavorano per capire le implicazioni. Mentre cresce la paura da più parti si invita alla cautela

Il Rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri vuole utilizzare l’ATeN, il Centro di ricerca e sviluppo nel settore delle biotecnologie applicate alla salute umana come centro di produzione vaccinale: “Ha tutto ciò che serve per essere protagonista in questo contesto”.

L’agenzia del farmaco europea che garantisce la valutazione scientifica, la supervisione e il controllo della sicurezza dei medicinali sulla variante sudafricana dice: “E’ prematuro” prevedere al momento se per la nuova variante del Covid è necessario un adattamento dei vaccini”.

L’allarme è partito dal Belgio dove è stato riscontrato un caso, il primo in Europa. Una giovane donna che aveva viaggiato in Egitto attraverso la Turchia è risultata positiva al test dopo undici giorni, cosa che non aveva alcun legame con il Sudafrica, né con nessun altro Paese del sud del continente africano. La paziente, scrivono i media belgi, aveva una carica virale elevata al momento della diagnosi. Non era vaccinata, né era stata infettata in passato.

Certamente l’allarme degli scienziati africani ha portato ieri il Regno Unito alla chiusura dei confini ai sei Paesi africani (Sudafrica, Namibia, Lesotho, Eswatini, Zimbabwe e Botswana) con la sospensione di tutti i voli.

“Purtroppo abbiamo rilevato una nuova variante che è motivo di preoccupazione in Sud Africa”, ha detto il virologo Tulio de Oliveira in una conferenza stampa convocata d’urgenza. La variante, denominata scientificamente B.1.1.529, “ha un numero molto elevato di mutazioni”, ha aggiunto lo scienziato, esprimendo la speranza che l’Organizzazione mondiale della sanità le attribuisca oggi il nome di una lettera dell’alfabeto greco, come già accaduto per le precedenti. La variante è stata rilevata anche in Botswana e a Hong Kong tra alcuni viaggiatori provenienti dal Sud Africa”.

L’OMS sta “monitorando da vicino” la variante segnalata e dovrebbe convocare a breve una riunione tecnica per determinare se debba essere designata una variante di “interesse” o di “preoccupazione”. Analoga decisione anche in Germania dove le compagnie aeree potranno portare nel Paese soltanto tedeschi.

Per quanto riguarda il centro di produzione dei vaccini il rettore di Unipa dice “Siamo pronti a fare lanostra parte”. L’Università – spiega – per vocazione è impegnata nella ricerca per il progresso delle conoscenze, il miglioramento della qualità della vita e per la tutela della salute, ed è a disposizione, con tutte le sue competenze e le sue conoscenze in materia, per contribuire alla produzione di vaccini”.

Midiri aggiunge: “Il nostro “ATeN – Advanced Technologies Network Center”, centro di ricerca e sviluppo nel settore delle Biotecnologie applicate alla salute umana che con i suoi quindici laboratori dislocati su 3 mila metri quadrati di superficie e dotati di circa un centinaio di attrezzature è un punto di riferimento fondamentale per nuove idee progettuali e attività di trasferimento tecnologico, ha tutto ciò che serve per essere protagonista in questo contesto”.

“ATeN – aggiunge il rettore – può contare su una disponibilità strumentale all’avanguardia, che comprende una camera bianca di 100 metri quadri, in cui è possibile lavorare in un ambiente a contaminazione controllata, e due bioreattori, uno da 20 e l’altro da 200 litri, e su una competenza scientifico tecnologica e una efficienza produttiva di eccellenza. E’ stato generato un brevetto, registrato da Abiel srl, spin off accademico dell’Università di Palermo, per la produzione per molecole specifiche espresse in vettori all’interno di batteri. Unipa occupa una posizione di rilievo nel panorama nazionale e internazionale della scienza”.

Quindi pieno appoggio alla candidatura della Sicilia a hub di produzione dei vaccini del Mediterraneo.

“Siamo pronti e immediatamente disponibili con tutte le nostre risorse – conclude Midiri -, a maggior ragione in questo momento storico, in cui la pandemia ha ancora ulteriormente evidenziato la basilarità dei vaccini e l’impegno necessario per soddisfare il fabbisogno della loro produzione”