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Firme ricopiate. M5S: “Miceli cavalca il caso per dimostrare che esiste. Se da candidato si fosse impegnato così, forse sarebbe arrivato a 5 voti”


Si fa durissimo lo scontro politico tra M5S e PD sul caso delle presunte “tarocche” delle comunali palermitane. “Miceli? Cavalca la storia delle firme per dimostrare che lui esiste.

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Chissà, se come candidato si fosse impegnato allo stesso modo, citofonando porta a porta, come sta facendo per indagare sulla storia delle sottoscrizioni per la presentazione della lista 5 stelle di Palermo, magari sarebbe anche riuscito ad arrivare a 5 voti alle elezioni di Carini”.

Il M5S all’Ars risponde all’ultima “boutade” della “punta di diamante” palermitana piddina, che sta fecendo di tutto per informare i cittadini che anche lui orbita nel mondo della politica.

“Il sillogismo che questo signore ha tirato fuori per dimostrare che le firme per le regionali potrebbero essere false è veramente ridicolo e provano solo la sua spasmodica ricerca di visibilità, che, evidentemente, non riesce a trovare con azioni politiche di spessore.

Al distratto e indefesso ‘suonatore di campanelli’ vogliamo ricordare che in casa Pd le firme false sono ordinaria amministrazione e hanno portato non solo ad indagini, ma anche a condanne e in alcuni casi, come a Bergamo nel 2010, addirittura a resuscitare i morti. La differenza tra noi e loro si vede dalla reazione: noi, per i casi gravi, chiudiamo con chi sbaglia, loro chiudono gli occhi. Sempre”.