⦿ Ultim'ora

La Nato che non riesce a fermare la sola Russia oggi, domani combatterà anche contro la Cina: lo scenario di Stoltenberg

Stoltenberg: “Guerra oggi in Europa, domani forse in Asia”, “Pechino osserva con attenzione cosa sta accadendo in Ucraina”, riferendosi a Taiwan, ma da Pechino già dicono: “Giappone sarà la nuova Ucraina se segue linea USA”

“Pechino osserva con attenzione cosa sta accadendo oggi in Ucraina e questo potrà influenzare le sue decisioni future: ciò che accade oggi in Europa potrà accadere domani in Asia”. Lo ha detto l’uomo della guerra occidentale, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nel corso del suo punto stampa con il premier giapponese Fumio Kishida.

Giappone e Nato hanno concordato che la sicurezza nell’area transatlantica e dell’indopacifico è “interconnessa” e che la guerra in Ucraina “non è una sfida solo europea”, del resto il Giappone e la Corea del Sud si stanno pesantemente riarmando, ufficialmente per i rischi connessi alla Corea del Nord, ma è evidente la sfida a Pechino con la fornitura di armi statunitensi di ogni tipo a Taiwan, oltre che con le continue provocazioni USA contro la politica della “unica Cina”.

“La Cina non è un nostro avversario ma bullizza i suoi vicini e minaccia Taiwan, dunque dobbiamo capire e gestire questa sfida”, ha detto Stoltenberg che non pago di non essere riuscito in un anno di guerra a fermare Mosca né ad evitare la devastazione dell’Ucraina, ora pensa apertamente, su spinta USA, a confrontarsi con Pechino, altra potenza nucleare, militare ed economica.

La risposta di Pechino però è retro-datata al 15 gennaio scorso, quando sul Global Times – il giornale ufficiale in lingua inglese del Partito Comunista Cinese – apparve un articolo dal titolo poco fraintendibile:Japan risks turning itself into ‘Ukraine of Asia’ if it follows US’ strategic line” ossia, Il Giappone rischia di trasformarsi in “Ucraina dell’Asia” se segue la linea strategica degli Stati Uniti“.

Nell’articolo del GT si scriveva:“Il Giappone cerca sempre più di giustificare la sua continua militarizzazione con il pretesto delle cosiddette minacce esterne.Guardando intorno alla regione, è il Giappone che sta spingendo la situazione regionale più vicino all’orlo del pericolo, seguendo da vicino la strategia degli Stati Uniti. La mossa di Tokyo merita molta vigilanza. Se continua ad agire come una pedina degli Stati Uniti nella regione Asia-Pacifico per creare problemi qui, il Giappone deve stare attento a non diventare esso stesso una vittima degli Stati Uniti o addirittura dell’Ucraina dell’Asia orientale.”

Importante il fatto che il GT ricordi come, dall’inizio del conflitto Russia-Ucraina, la frase “l’Asia orientale è l’Ucraina di domani” è diventata una delle frasi spesso pronunciate e riproposte del Premier nipponico.

Per i cinesi infatti, “il messaggio che Kishida vuole trasmettere è chiaro: richiede maggiore attenzione alla regione e alle cosiddette preoccupazioni di sicurezza del Giappone da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati della NATO, che si sono concentrati sul contrastare la Russia in Europa sin dallo scoppio della guerra. In particolare, le parole di Kishida sono rivolte alla Cina. Sta cercando di convincere altri paesi occidentali che la Cina è la prossima “più grande sfida” che deve essere affrontata congiuntamente dall’Occidente”.

Lian Degui, direttore del Dipartimento di studi giapponesi presso l’Università di studi internazionali di Shanghai, ha affermato che con la frase di Kishida “l’Asia orientale è l’Ucraina di domani”, il Giappone e gli Stati Uniti intendono affermare che ostacoleranno la riunificazione della Cina. “Gli Stati Uniti e il Giappone continueranno a calpestare la linea rossa della Cina per indurre la Cina continentale ad usare la forza per prima. Lian ha sottolineato che questo è un complotto ordito da Stati Uniti e Giappone: vogliono mettere la Cina in un dilemma in cui deve usare la forza, quindi spostare la responsabilità sulla terraferma cinese e incolparla per aver lanciato una guerra”.

Da notare come il discorso cinese del “complotto degli Stati Uniti per indurci ad usare la forza per primi” sia direttamente sovrapponibile alla linea tenuta da Mosca per spiegare il motivo della sua “operazione militare speciale” in Ucraina. E sappiamo tutti come è finita: con la guerra a cui l’Occidente non vuole mettere fine.

Il GT conclude: “Se il Giappone spera davvero di vedere un’Asia orientale pacifica e stabile, dovrebbe riflettere seriamente sulla sua storia di aggressione militarista, trarne lezioni, invece di fomentare problemi e alimentare il fuoco”.

Inoltre, “il Giappone dovrebbe anche riflettere su quanto strettamente vuole essere legato alla strategia degli Stati Uniti. Per ora, è chiaro che non importa chi sia al potere in Giappone, la politica estera del paese segue quella degli Stati Uniti. Ma questo giova davvero a Tokyo? Se continua ad agire come una pedina degli Stati Uniti nella regione Asia-Pacifico, il Giappone deve stare attento a non diventare una vittima degli Stati Uniti o addirittura dell’Ucraina dell’Asia orientale.”

Insomma, la guerra in Ucraina si conferma non l’unica urgenza mondiale ed il terreno di scontro tra Occidente e resto del mondo si amplia sempre più: quanto manca alla terza guerra mondiale?