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Amministrative Sciacca. Chiunque vinca ecco cosa ci aspetta da lunedì prossimo

Che scenari attendono Sciacca? Due possibilità: Messina o Termine, cosa c’è da aspettarsi in caso di elezioni dell’uno o dell’altro

E’ inutile girarci attorno, governare non è una passeggiata e ogni coalizione ha sicuramente le sue pecche ed i suoi punti deboli. Cosa differenzierebbe quindi i due candidati una volta al governo di Sciacca?

Se vincesse Messina

Se vincesse Ignazio Messina la squadra assessoriale sarebbe così composta: Caterina Santangelo per la lista “Messina Sindaco”, Pasquale Bentivegna per “Insieme per Sciacca”, Michele Ferrara per la lista “Sciacca Terme Rinasce”, Filippo Bellanca per “Ventiventidue”, Carmela Santangelo per “Onda”, Giuseppe Milioti per “Fratelli d’Italia” e Lorenzo Maglienti per “Popolari e Autonomisti”.

Manca la nomina del vicesindaco e del Presidente del Consiglio, ma quest’ultimo, a prescindere da come e da chi venga scelto, non sembra un problema: una maggioranza di ben 16 consiglieri (15 garantiti dall’apparentamento tecnico + Maglienti) contro appena 8 di opposizione (tra cui Fabio Termine come candidato sindaco perdente).

Praticamente una strada in discesa per Messina, che sulla carta conta su una maggioranza totale ed assoluta. Oltretutto al suo fianco vi sono diversi “uomini di governo” e politici di lunga esperienza, alcuni memori degli scontri e dell’azzeramento dell’ex sindaco Francesca Valenti. Risulta quindi onestamente difficile pensare che qualcuno abbia la voglia di creare polemiche e dissapori – soprattutto i primi anni -, se non altro per credibilità politica e perché “se litighi con uno è colpa dell’altro, se litighi con tutti è colpa tua”. Inoltre la maggioranza di Messina sarebbe talmente ampia che una singola componente potrebbe fare ben poco baccano, proprio per un fattore strettamente numerico.

Se vincesse Termine

Se vincesse Fabio Termine la squadra assessoriale sarebbe così composta: Gianluca Fisco, Salvino Patti, Valeria Gulotta, Salvatore Mannino, Francesco Dimino, Agnese Sinagra e Angelo Serra.

Anche in questo caso manca la nomina del vicesindaco – che aveva promesso sarebbe arrivata in settimana – e del Presidente del Consiglio, ma quest’ultimo, non appare una scelta in cui Termine possa mettere naso: con una “maggioranza” di appena 8 consiglieri e un’opposizione di 16 di cui 15 faranno capo alla coalizione di Messina che in quanto candidato sindaco prenderà lui stesso un posto in consiglio comunale.

Praticamente una strada in salita, anzi, una scalata a mani nude per Termine, per cui governare sarebbe tutto tranne che facile. Volendolo “difendere”,  si può citare l’idea da lui stesso suggerita secondo cui sarebbe possibile governare e ricevere l’approvazione del consiglio comunale sotto la “civica e bonaria minaccia” del popolo di Sciacca che – non è ben chiaro come – dovrebbe venire coinvolto di volta in volta sulle varie delibere da approvare. Un’idea bella, quasi la descrizione di un’utopia, se non fosse per l’oggettiva difficoltà di governare non 5, ma anche solo 1 anno in queste condizioni e sul fatto oggettivo che la politica è fatta di pareri, programmi, idee, proposte e controproposte.

Immaginarsi realisticamente che prima di ogni singolo consiglio comunale la città debba essere coinvolta per convincere l’opposizione a “dare una mano” al sindaco e alla sua giunta pare un po’ complicato. Tranne non si voglia pensare di approvare solo le cose che piacciono all’Opposizione… a quel punto l’obiettivo dei voti in consiglio comunale sarebbe sicuramente raggiunto, quello di avere un “Governo del Sindaco Termine”, un po’ meno.

L’unica alternativa per Termine sarebbe quindi quella di cercare nuove alleanze con gli avversari che in campagna elettorale ha duramente contestato… ma non è dato sapere né se è interessato a farlo né se ci potrebbe realisticamente riuscire ed in che numeri; per avere la maggioranza gli servirebbero infatti almeno altri 5 consiglieri, non proprio “pochi”.