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CGIL: 2016 Anno di record negativi


“L’anno che si chiude è stato, ancora una volta, segnato da record negativi: basta verificare i dati statistici (Istat, giornali economici, camera commercio…) e quelli empirici (INPS, Cassa Edile…) per capire che questa provincia continua a scivolare, a perdere posizione, sopratutto con riferimento ai temi di affari, lavoro e occupazione”.

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Inizia con queste premesse la consueta analisi di fine anno della CGIL di Agrigento guidata da Massimo Raso.

“Ma il 2016 è stato anche l’anno di annunci roboanti, di una pioggia milionaria sulla Città di Agrigento e sulla provincia.

Lo abbiamo detto altre volte e torniamo a dirlo: – dicono dal sindacato – questa terra appare sempre sospesa tra la triste condizione del presente e le infinite opportunità e potenzialità che esprime e che sono insite nella sua millenaria storia, nella sua cultura, nella sua collocazione geografica, nella particolarità delle ricchezze del sottosuolo e di una agricoltura ed una pesca di qualità.

Il 2017 dev’essere l’anno nel quale a quegli impegni deve seguire l’apertura dei cantieri!

Noi monitoreremo ognuna delle opere annunciate e talloneremo ogni Ente che deve dare corso all’iter necessario.

Altre risorse possono essere attivate se sapremo usare celermente e con intelligenza i fondi europei della nuova programmazione.

L’edilizia è praticamente in ginocchio e realizza valori di “massa salariale” che rappresentano il minimo storico: sono ferme l’edilizia pubblica e quella privata e con esse tutto l’indotto che, in una provincia come questa priva di apparato industriale, ha sempre dato un contributo importante all’occupazione.

La povertà si è allargata: siamo la provincia del “lavoro povero” e dalle pensioni povere che non superano i mille euro.

Tutto quella economia che dipende dal bilancio della Regione vive momenti di incertezza o ha fatto passi indietro: forestali, consorzi di bonifica, esa, formazione professionale ecc.

Per i precari della Pubblica Amministrazione trovata in extremis l’ennesima proroga in attesa di una stabilizzazione che tarda da troppo tempo.

Tutti i “dossier” che riguardano la nostra provincia; terme, sfruttamento sali potassici, infrastrutture sono nello stato in cui erano l’anno scorso.

Verso la fine dell’anno abbiamo tutti quanti misurato la fragilità del nostro territorio che ci ha regalato nuove tragedie, ma stenta una reazione che faccia dell’assetto idreogeologico e dell’attenzione al territorio ed all’ambiente uno degli assi di un impegno vero.

La “questione acqua” insieme ad una nefasta gestione dei rifiuti continueranno a costare carissimo alle famiglie agrigentine e nessun livello di governo vuole trovare una via d’uscita.

La sanità agrigentina resta in balia di piani regionali che tardano a consegnarci una stabilità che è necessaria a restituire certezze ai territori ed agli operatori.

Continuano le morti nel Mediterraneo e la gestione delle migrazioni appare ancora improntata all’emergenza, rischia di alimentare sacche di parassitismo e affari non sempre leciti e l’assenza di integrazione alimenta forme di intolleranza e razzismo.

Tutti settori e le categorie (dai bancari agli operatori di Telecom, dai trasporti ai lavoratori che operano negli appalti, passando per quelli della scuola e della pubblica amministrazione) sono segnati da licenziamenti, riduzioni, problemi di riassetto produttivo e incertezza.

Sono segnati dalla precarietà, dalla paura e dal ricatto che la nuova legislazione sul lavoro ha aumentato!

Nel 2017 verranno meno alcuni importanti “ammortizzatori sociali” e questo in una provincia dove non si crea nuovo lavoro getterà nel dramma molte famiglie.

A tutto questo reagiremo come abbiamo fatto ma anche cercando un terreno di possibili alleanze con i Sindaci e le altre forme associative dell’economia e della società a cui abbiamo sempre guardato con attenzione.

Nel 2016 abbiamo raccolto 1.300.000 firme a sostegno di un disegno di legge che abbiamo voluto chiamare “carta dei diritti universali del lavoro” e presentato 3 referendum per cancellare le odiose norme sui VOUCHER, sui LICENZIAMENTI e sui diritti dei LAVORATORI impegnati negli APPALTI.

L’11 gennaio la Corte Costituzionale si esprimerà sulla loro ammissibilità: per Noi e per il Paese il 2017 può diventare l’anno nel quale riconquistare un po di quei diritti che, nel tempo, sono stati cancellati.

La teoria che ha permeato il Paese secondo cui bastava cancellare i diritti per far decollare il lavoro è stata miseramente sconfitta ed ha creato solo precarietà e lavoratori più indifesi: dobbiamo davvero cambiare rotta, avere più lavoro e più qualità del lavoro.

Dopo la straordinaria affermazione del NO al referendum costituzionale che abbiamo contribuito a determinare abbiamo bisogno di tanti SI per abrogare queste Leggi vergognose e, da subito, costituiremo “Comitati per il SI” in ogni parte della provincia, aperti a quanti insieme a Noi vogliono contribuire a cancellare queste norme e a rivendicare veri diritti nel lavoro.

L’anno sindacale per Noi, come ogni anno, comincia a Sciacca dove il 4 gennaio commemoriamo Accursio Miraglia. Il 2017 sarà il Settantesimo e per la CGIL sarà l’occasione per ricordare un uomo straordinario assassinato dalla mafia e per rilanciare la battaglia contro la mafia e per il lavoro.

Sarà presente il nostro Segretario Generale Susanna CAMUSSO che torna nella nostra provincia per rendere più forte il nostro impegno su queste tematiche.

Un impegno che vogliamo continuare dopo la presentazione del “dossier” alla Commissione Antimafia, ritornando su quei temi: acqua, rifiuti, gestione dei migranti, gestione dei beni e delle aziende confiscate alla mafia, situazione degli organici di forze dell’ordine e magistratura.

Ci attende un anno ricco di appuntamenti e di lotte. La CGIL continuerà a fare la sua parte con lo spirito che ha sempre caratterizzato, da 110 anni, la sua impostazione: è e vuole continuare ad essere uno strumento per lavoratori, pensionati, disoccupati e quanti vogliono rimettere al centro il lavoro, i suoi bisogni e le sue aspettative.

Anche la condizione generale di questa nostra provincia può cambiare, ma dobbiamo lottare per riuscirci”.