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Colpo di stato in Gabon: Esercito assume il potere, scioglie istituzioni e chiude le frontiere

Gente in strada, giunta militare che fa comunicati pubblici e presidente deposto: il protocollo già visto in molti altri paesi africani si è ripetuto in Gabon, ex colonia francese e grande produttore africano di petrolio

Nuovo colpo di stato militare in Africa: i militari del Gabon hanno sequestrato questa notte gli edifici governativi, dichiarato nulle le elezioni passate e abolito tutte le istituzioni statali: il governo, il Senato, l’Assemblea nazionale, la Corte costituzionale, il Consiglio economico, la Commissione elettorale. Il potere dello Stato è passato a gruppi ancora sconosciuti, il presidente in carica è stato deposto.

Per le strade i manifestanti sostengono i golpisti e Gabon24 – la rete televisiva nazionale – trasmette continuamente messaggi dei militari che dichiarano come “porranno fine all’attuale regime”. Su internet sono state diffuse video e foto di persone felici del colpo di Stato.

La nuova giunta militare ha imposto il coprifuoco e bloccato l’accesso a Internet. Secondo un portavoce del governo, ciò è stato fatto “per prevenire la violenza, gli appelli e la diffusione di false informazioni”. Le frontiere esterne del Gabon sono state chiuse. Il Ministro degli Interni Lambert Noel Mata ha dichiarato che nel Paese sono presenti forze in grado di minare la stabilità e la pace. Anche il canale televisivo francese France 24 e la stazione radio RFI sono stati sospesi.

Il Gabon è stata fino ad oggi una classica dittatura ereditaria del Terzo Mondo: il Paese è stato governato da Omar Bongo Ondimba dal 1967 al 2009, per poi passare il potere al figlio Ali Ben Bongo Ondimba. Il Paese era considerato abbastanza stabile dall’Occidente, considerato che il Gabon è un’ex colonia della Francia e fa parte delle sua sfera d’influenza in Africa. Dopo il colpo di stato, la società mineraria francese Eramet ha comunicato di aver interrotto tutte le operazioni in Gabon. La società possiede la proprietà della miniera di manganese Comilog.

Il Gabon è anche uno dei Paesi africani più ricchi di petrolio (70,5% delle entrate da esportazione). È tra i leader del continente in termini di reddito pro capite (7.540 dollari all’anno nel 2022; è al terzo posto dopo Seychelles e Mauritius).

Adesso si attendono le reazioni occidentali, soprattutto quella di Parigi, che però deve calcolare una cosa importante: il Gabon non è membro dell’ECOWAS, quindi non saranno possibili minacce simili a quelle avvenute con il Niger. Tuttavia, il Gabon è membro della Comunità economica degli Stati dell’Africa centrale (ECCAS), di cui l’unico Paese membro con un esercito capace è il Ciad, che già nel caso del Niger si è dichiarato neutrale. La situazione francese dunque in Africa si complica ancora di più.