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Erdogan: “I miliziani di Hamas dei liberatori” e accusa Israele di “crimini contro l’umanità” e cancella la visita

I militanti di Hamas sono dei “liberatori” che combattono per la loro terra e “non dei terroristi”, mentre Israele ha l’obiettivo di “commettere crimini contro l’umanità premeditati”, come dimostrato dal fatto che “circa la metà di coloro che sono stati uccisi negli attacchi su Gaza sono bambini”

È quanto ha detto il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, informando il gruppo parlamentare del suo partito Akp della decisione di cancellare la visita pianificata nello Stato ebraico.

La presa di posizione durissima del presidente turco che ha cancellato la visita prevista in Israele ha mandato su tutte le furie il governo israeliano che ha subuto risposto: “Israele respinge pienamente le parole del presidente turco nei confronti dell’organizzazione terroristica Hamas. Hamas è una spregevole organizzazione terroristica peggiore dell’Isis che uccide brutalmente e intenzionalmente neonati, bambini, donne e anziani, prende in ostaggio civili e usa la propria gente come scudi umani”. Ha scritto su “X” Lior Haiat, portavoce del ministero degli Esteri israeliano.

Ma le parole del presidente turco che arrivano dopo quelle del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres pronunciate ieri al Consiglio di sicurezza, hanno aperto uno squarcio tra i paesi impegnati in un difficile lavoro diplomatico che cerca di mettere pace tra Israele e i palestinesi dopo l’ attacco del 7 ottobre di Hamas.

“Circa la metà di coloro che sono stati uccisi negli attacchi israeliani su Gaza sono bambini, persino questo dato dimostra che l’obiettivo è un’atrocità, per commettere crimini contro l’umanità premeditati”, ha detto Erdogan al gruppo parlamentare del suo partito Akp. Nessun problema con lo Stato di Israele ma non abbiamo mai approvato le atrocità commesse e il suo modo di agire, simile a un’organizzazione più che uno Stato”. Le parole del leader del partito conservatore turco sono riportate dalla presidenza di Ankara. La scorsa notte sono morte oltre 600 persone in poche ore. Mancano beni alimentari, medicinali, carburante. Il disastro umanitario è già cominciato.

Dopo queste pesanti parole che sanno di rottura, il presidente turco ha annunciato di aver deciso di cancellare la visita prevista in Israele. “Il silenzio dei paesi occidentali ha portato la crisi umanitaria a Gaza a livelli incontrollabili”, ha detto ieri parlando al telefono con Vladimir Putin, ribadendo i suoi sforzi per cercare di riportare tranquillità nella regione squassata dall’attacco che ha cambiato per sempre i già fragili equilibri del Medio Oriente. In molti sono scesi per strada nel mondo arabo, da Istanbul ad Ankara, da Teheran a Rabat, fino all’Indonesia. Gli arabi, sunniti e sciiti, sono col popolo palestinese e anche con Hamas i cui leader sono esuli in Qatar. I suoi militanti sono dei “liberatori” che combattono per la loro terra e “non dei terroristi”, ha detto il leader del partito conservatore islamico, secondo quanto riferisce al Arabiya.

Prima di concludere, il presidente turco ha chiesto di avviare un “meccanismo di garanzia per la risoluzione del conflitto” anche aprendo “una conferenza tra Palestina e Israele” in cui Ankara vuole essere uno dei paesi garanti. E che venga dichiarato un immediato cessate il fuoco. “Il valico di Rafah (tra Egitto e Gaza) dovrebbe essere tenuto aperto per motivi umanitari”, ha affermato esprime ancora una volta il desiderio di indossare la veste di mediatore, così come è avvenuto per la guerra tra Russia e Ucraina.

Poi l’affondo del leader anatolico: “Siamo profondamente rattristati dallo stato di impotenza in cui le Nazioni Unite sono decadute”.”Chiedo a tutti i paesi con mente e coscienza di fare pressione sul governo di Netanyahu affinchè lo Stato di Israele abbia un po’ di buon senso”, si legge in una nota ufficiale.

Inoltre Erdogan ha annunciato che la Turchia è pronta a fungere da garante della Palestina per risolvere il conflitto con Israele: “Proponiamo anche di convocare una conferenza internazionale di pace su una soluzione tra Israele e Palestina con la partecipazione di tutti i partiti influenti”, ha detto il leader turco.

“La Turchia avrà sempre la responsabilità di aprire la strada ad una pace duratura”, ha continuato il presidente turco. “Consideriamo l’istituzione dei paesi garanti, da noi proposta, come lo strumento più efficace per la reale soluzione del problema, almeno nella prospettiva a breve e medio termine”.

“Chiediamo ai paesi di buona volontà di valutare questa proposta il più presto possibile, di compiere passi concreti e di aprire le porte alla pace”, ha aggiunto Erdogan.