⦿ Ultim'ora

Erdogan rilancia la pace e parlerà con Zelensky e Putin che avverte: “accordo basato sulla realtà sul campo”

“Abbiamo favorito lo scambio di ostaggi tra i due Paesi. La guerra ha causato una crisi alimentare globale. Domenica parlerò con Putin e poi con Zelensky. Vogliamo portare il grano nei paesi più sviluppati”

E’ quanto ha fatto sapere il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che domenica per favorire il dialogo tra i due Russia e Ucraina, parlerà con Vladimir Putin e Volodimir Zelensky, ma la mission si presenta non semplice.

Il presidente russo proprio ieri in conferenza stampa dopo una visita in Kirghizistan, ha dettato le sue condizioni: “Il processo per la soluzione della situazione in Ucraina non sarà facile, tutti i partecipanti dovranno accordarsi in base alla realtà “sul campo”. Proposta che difficilmente sarà accettata da Zelenky, ma mitigata da uno spiraglio: “Il processo di risoluzione nel suo insieme, sì, probabilmente non sarà facile e richiederà del tempo. Ma – ha concluso Putin – in un modo o nell’altro, tutti i partecipanti a questo processo dovranno accordarsi in base alle realtà che si stanno sviluppando sul campo”.

Le posizioni del presidente ucraino sono praticamente uguali a quelli del collega russo,per Volodimir Zelensky, la pace arriverà solo con la ridefinizione dei confini a prima del 2014.

Ma Erdogan ci riproverà ed ha ribadito che la Turchia continua a offrire le condizioni ‘ideali’ per un negoziato che permetta di risolvere la crisi in Ucraina e che Ankara ha sempre difeso l’integrità territoriale del Paese sotto attacco delle truppe di Mosca.

“La guerra in Ucraina ha purtroppo causato una enorme quantità di morti e creato una crisi globale sia umanitaria, che economica che politica. Abbiamo difeso sin da subito l’integrità territoriale del’Ucraina e ci siamo opposti all’inasprimento delle operazioni militare russe. Abbiamo messo in campo un’opera diplomatica – ha aggiunto ancora Erdogan – mirata sia a un dialogo diretto con le parti del conflitto, sia con le istituzioni interessate. Nonostante l’interruzione del negoziato iniziato a Istanbul (a marzo scorso ndr) il nostro ruolo offre ancora il terreno ideale per una pace duratura”.