Redazione F e AMessinese durante la seduta si era fatto portare in ospedale per un malore e da li aveva inviato una mail per comunicare le sue dimissioni, ma i consiglieri – temendo la revoca entro 20 giorni – lo sfiduciano lo stesso
Domenico Messinese, dunque da oggi non è più il sindaco di Gela. È finita così l’avventura politica del primo cittadino eletto nel 2015 con il M5s e quasi subito espulso dal movimento. 26 i voti favorevoli con la sola astensione dei due consiglieri del gruppo di Diventerà Bellissima, che non sono riusciti – stavolta – a salvarlo.
L’ormai ex sindaco é stato sfiduciato da una maggioranza trasversale che comprende Forza Italia e Pd ,Lega e Pentastellati, indipendenti e movimenti di centrodestra e sinistra. In extremis si sono aggregati anche i consiglieri che avevano sostenuto un patto di fine mandato per evitare il commissariamento.
In aula è successo di tutto, Messinese si è presentato in consiglio con la giunta dimissionaria e con la proposta di un governo di “salute pubblica”, il “penultimo” tentativo per evitare il ritorno alle urne con due anni di anticipo, ma la sua proposta era stata subito bocciata.
Intorno a mezzogiorno, quello che in molti hanno considerato come l’ultimo tentativo di salvarsi, Messinese si è sentito male ed è stato portato in ospedale con l’ambulanza in osservazione per un improvviso abbassamento di pressione e dal nosocomio, invia una lettera di dimissioni al segretario generale, che però conferma che le dimissioni del sindaco diventano irrevocabili solo tra venti giorni e che in questo lasso di tempo, possono essere revocate.
Il consiglio comunale, però, probabilmente ha ritenuto le dimissione un escamotage ed ha votato la sfiducia lo stesso. Messinese apprende la notizia dal letto dell’ospedale dove si trova ancora ricoverato sotto osservazione.
Questa era la terza volta che il consiglio comunale presentava una mozione di sfiducia e stavolta è stata approvata.
