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La Regione acquista 21 treni per potenziare le tratte ma ignora ‘ancora’ tutto l’Agrigentino ed il trapanese


21 nuovi mezzi acquistati da Trenitalia ed altri 17 in programma, per una spesa complessiva di oltre 260 milioni, di cui 142 milioni già nella prima tranche dell’operazione

Questi i numeri di un progetto che nelle intenzioni del Presidente Musumeci, dovrebbe fare diminuire il gap tra la Sicilia ed il resto d’Italia sul trasporto su rotaia.

L’accordo fra l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone, e il direttore generale di Trenitalia, Maria Giaconia, è stato firmato lunedì a Roma e di fatto si tratta della cessione alla Regione del contratto di fornitura di 21 treni “Pop” e del conferimento a Trenitalia del mandato di rappresentanza per la gestione della commessa. I fondi per l’operazione arriveranno da risorse comunitarie e del Fsc (Fondo sviluppo e coesione).

L’accordo fra Regione Trenitalia e Alstom, prevede l’impiego di convogli Emu a media capacità per il trasporto regionale di tipo bidirezionale, a trazione elettrica, composizione bloccata e potenza distribuita, da utilizzarsi per servizio di trasporto passeggeri su linee 3kVcc dell’infrastruttura, nome in codice: “Pop”. Si tratta di 38 treni di ultima generazione, più veloci, fino a 160/170 chilometri orari e più potenti rispetto a tutto l’attuale parco mezzi in Sicilia, con trazione elettrica per un minore impatto ambientale.

Nello Musumeci si dichiara “orgoglioso” di attenuare il gap tra l’isola ed il resto di Italia, ma nei fatti, dovrebbe parlare di “mezza” Sicilia, perché  solo la parte orientale – come al solito – beneficerà di questo ammodernamento, il resto starà a guardare.

Ed ecco le nuove destinazioni dei convogli in arrivo, che ovviamente avvantaggeranno le tratte più lunghe, ovvero la Palermo-Catania, la Messina-Palermo e la Messina-Siracusa. Poi arrivano le “vaghe” promesse: “del rinnovamento del parco treni, di cui a cascata beneficerà quasi tutto il sistema ferroviario siciliano”… almeno quello che ha ancora le rotaie. I primi quattro convogli dovrebbero entrare in esercizio nel settembre 2019, il secondo stock di altri sette entro il 31 dicembre del 2020, gli ultimi dieci nel 2021.

Dunque se saranno rispettati i tempi, mezza Sicilia avrà treni simili ai “Freccia Rossa”, l’altra metà della metà, si accontenterà dei “Freccia ROTTA” e nell’ultimo quarto – senza rotaie – i turisti arriveranno con i Bus, in fondo è anche più chic e con retrogusto “vintage”… vuoi mettere?