Ormai è certo la Wagner si trasferisce in Bielorussia, sarebbe questa l’alternativa che Putin ha concesso a Prigozhin per evitare lo scioglimento della milizia, dopo l’ammutinamento della scorsa settimana
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, che sabato scorso ha mediato e fermato l’avanzata della Wagner a soli 200 chilometri da Mosca, ha offerto anche la soluzione “per la continuazione delle operazioni della Wagner in una giurisdizione legittima“. Lo ha detto nel suo audio il capo della compagnia militare privata, Yevgeny Prigozhin.
L’operazione di trasferimento in Bielorussia è già in fase avanzata, e a Osipovichi in tempi record, in un’area di 24mila metri quadrati,si stanno costruendo campi che ospiteranno 8 mila combattenti del Gruppo Wagner, il tutto a 200 km dal confine con l’Ucraina. Lo riferisce il media russo Verstka sostenendo di aver “confermato”, tramite fonti proprie, che “è in pieno svolgimento la costruzione di un campo a Osipovichi, nella regione di Mogilev, per 8mila combattenti, a 200 km dal confine con l’Ucraina”, aggiungendo che “ci saranno diversi campi” non meglio precisati.
Yevgeny Prigozhin nel suo audio di ieri, ha spiegato che la sua marcia verso Mosca era un modo per “esprimere una protesta” e “non per rovesciare il governo del Paese” perché le autorità russe avevano deciso di sciogliere la Wagner il primo luglio a seguito di “intrighi”.
Ma l’operazione ha messo in allarme sia l’Ue che la Nato, che adesso si ritrovano con un campo militare pieno di soldati Wagner a qualche decina di chilometri dalle proprie frontiere. Dopo la Russia, ora anche la Bielorussia spaventa sempre più e il presidente Aleksandr Lukashenko meno “diplomatico” ma più imprevedibile di Putin, viene visto come una minaccia incontrollabile, sopratutto adesso che sul suo territorio sono stati dispiegati anche i missili nucleari tattici.
La Polonia ha già rafforzato i controlli al confine con la Bielorussia, la Germania dispiegherà in Lituania, in modo permanente, una robusta brigata di 4mila soldati. Ma Vilnius Preoccupata di quel “vicino imprevedibile e pericoloso” vuole di più e chiede anche alla Nato di “preparare piani molto specifici per rafforzare il fianco orientale”.
Ma non solo la Lituania, anche nei Paesi Baltici, Polonia ed Europa tutta, crescono i timori per il ruolo che Minsk rivestirà, d’ora in poi, sul palcoscenico o nelle retrovie belliche. “Dobbiamo monitorare la situazione con attenzione – insiste il ministro lituano – perché, se così sarà, è chiaro che ci troveremo davanti a uno scenario simile a quanto accaduto prima del 24 febbraio 2022”, quando la Bielorussia fece da testa di ponte per l’attacco dell’Ucraina da nord e il tentato golpe a Kiev. “Abbiamo visto sabato – conclude Landsbergis – che un’unità militare ha impiegato appena mezza giornata per arrivare a 200 km da Mosca. Ora è facile capire con quanta facilità potrebbe attraversare la Bielorussia e minacciare direttamente la Lituania”.
Ancora più drastica la leader in esilio dell’opposizione bielorussa, Svetlana Tikhanovskaya: “Se Prigozhin viene in Bielorussia con i suoi scagnozzi, minaccerà anche i nostri vicini, la Polonia, la Lituania e la Lettonia”. Non solo. “In Bielorussia, il capo della Wagner potrebbe essere coinvolto nell’addestramento di truppe di Minsk, in traffici di armi o in un nuovo attacco all’Ucraina dal confine nord”.
Tutte preoccupazioni che avvalorano l’ipotesi di alcuni commentatori internazionali, che in quella marcia verso Mosca della Wagner hanno visto una “messa in scena” ben studiata, che nasconderebbe altri piani.
Redazione Fatti & Avvenimenti