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L’Arabia Saudita ospiterà Expo 2030 battendo la concorrenza: l’Italia solo terza con appena 17 voti

Expo 2030. La capitale del Regno dell’Arabia Saudita ha ottenuto 119 voti dall’Assemblea generale del Bureau International des Expositions, seconda la coreana Busan con 29 voti seguita da Roma con sole 17 preferenze

Festa saudita a Issy-les-Moulineaux, alle porte di Parigi,dove la vittoria di Riad nella gara per l’Expo 2030 è andata oltre le previsioni. Fra gli arabi è festa grande, tra canti tradizionali, baci e abbracci nel Palais des Congrès

Una débacle totale e inattesa nelle proporzioni: “fino all’ultimo, né a noi né ai coreani risultavano numeri di questa portata, quindi anche sull’ultimo miglio qualcosa deve essere successo” dice amareggiato l’ambasciatore Giampiero Massolo dopo il voto. E’ lui, presidente del comitato promotore che ha lavorato due anni per la candidatura di Roma per Expo 2030, l’unico ad alzare i toni nel dopo-votazione: “non critico, non accuso, non ho prove, ma la deriva mercantile riguarda i governi e talvolta riguarda anche gli individui”.

Parole di fuoco quelle di Massolo, che provano a spiegare una sconfitta a 360 gradi della capitale e di un progetto di riqualificazione di un quadrante della città che era di alto profilo. Un tracollo che va oltre le cifre ufficiali di 190 milioni di euro spesi da Riad per la campagna di promozione, 160 da Busan e appena 30 da Roma.

“L’esito finale della votazione è stato molto severo per la nostra candidatura, oltre le aspettative. Sapevamo che era molto difficile, ma il risultato ci penalizza moltissimo”. Lo ha detto il presidente di Unindustria Angelo Camilli a Parigi, a margine della votazione per Expo 2030. “È stato fatto comunque un grande lavoro, sia dal Comitato che dal sistema delle imprese che hanno aderito alla Fondazione – aggiunge – Evidentemente c’è da accettare la sconfitta e ragionare e fare tesoro di questa esperienza per le prossime occasioni.

Va fatta una riflessione sui valori che sono stati messi in campo: l’Arabia Saudita ha esercitato una pressione di natura commerciale fortissima, al di là delle previsioni. Così come l’Europa è stata assente come continente. Aveva dato un endorsement esplicito alla candidatura di Roma ma in realtà, visti i voti che abbiamo preso, è evidente che neanche l’Europa è stata compatta nel voto alla nostra candidatura”. Dunque per il leader degli industriali bisogna fare “esperienza e tesoro di questa candidatura: ci auguriamo che il progetto, che è molto bello, venga comunque realizzato come ha annunciato il sindaco Gualtieri a caldo subito dopo l’esito della votazione, ci auguriamo che possa riqualificare la nostra periferia con tempi e fondi adeguati, e ci sia anche, come durante la campagna elettorale, il sostegno del governo”.

Quindi Riad si è aggiudicata l’organizzazione di Expo 2030, lasciando a bocca asciutta Roma. “Un epilogo triste per Roma, ma direi per tutta l’Italia. È davvero un peccato aver perso questa occasione, il cui impatto economico è stato valutato in oltre 50 miliardi di euro. Sarebbe stata la linfa per dare un impulso forte allo sviluppo del comparto. Dispiace non poter contar su un assist di tale portata per il nostro turismo. Oltre al tema dell’Expo consiglierei oggi di guardare al futuro: ci aspettano il Giubileo nel 2025 e Milano-Cortina nel 2026. C’è tanto da fare in prospettiva”, ha detto il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, all’indomani della bocciatura.

Riad, infatti, aveva messo in campo un’investimento senza precedenti non soltanto nella campagna presso il BIE, ma in generale sul lancio del turismo in Arabia Saudita: 730 miliardi di euro. Secondo quanto riporta un articolo del quotidiano francese Le Monde, “tutti i grandi gruppi alberghieri si posizionano” sul mercato dell’Arabia Saudita, “in particolare ad Al-Ula, sito turistico che sta sorgendo nel mezzo del deserto”.

Secondo la Saudi Tourism Authority, “400.000 camere d’albergo saranno presto messe a disposizione, il 70% delle quali finanziate da fondi privati”. “I progetti di hotel di lusso si moltiplicano – sottolinea Le Monde – e Marriot aprirà nel 2025 un hotel di 250 camere ‘con quattro ristoranti, spa, piscina, centro benessere, sale per riunioni e un business centre”. “Sono ben rappresentati gli interessi di imprese francesi – continua il quotidiano – grazie all’Agenzia francese per lo sviluppo di Al-Ula, una struttura creata nel 2018 con un decreto e presieduta dall’ex ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian.

L’Expo dovrà aiutare l’Arabia Saudita ad attirare nel sito due milioni di visitatori all’anno (contro gli attuali 250.000) e promuovere l’esperienza turistica” saudita. Il quotidiano francese Le Monde ricorda che “il progetto più emblematico è lo Sharaan, un hotel concepito dall’architetto star Jean Nouvel: prevede una quarantina di camere e ville costruite accanto alla scogliera, e un centro per conferenze”. Ma più a sud, è Six Senses, del gruppo britannico
InterContinental, ad aver aperto un hotel extralusso di 36 stanze (1.200 euro a notte e oltre), oltre a 40 ville con piscina privata. I clienti sbarcano nel nuovo aeroporto sul Mar Rosso, aperto a settembre, e Accor, leader francese del settore che ha già 42 hotel in Arabia Saudita, conta di raddoppiare la sua presenza entro il 2027.

Le Monde ricorda che, non a caso, l’Arabia Saudita ha effettuato uno sbarco trionfale a Parigi, sede del BIE, fin da domenica scorsa, affittando per 4 giorni il prestigioso Pavillon Vendome, sulla piazza omonima, la più chic di Parigi e la più costosa. “Tutto per fare promozione: the alla menta offerto ai visitatori, datteri freschi e vasetti di miele, maxi schermi con le immagini spettacolari di deserti, montagne, dromedari ed oasi”, aggiunge Le Monde