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Meloni parla del caso Salis con Orban che assicura: “I giudici sono indipendenti,  ma garantirò equo trattamento della detenuta”

Faccia a faccia a Bruxelles tra Meloni e Orban durato circa un’ora durante il quale hanno parlato del caso di Ilaria Salis

L’incontro tra i due premier, durato circa un’ora, è avvenuto a Bruxelles nella serata di ieri, mercoledì 31 gennaio.  Giorgia Meloni e Viktor Orban, hanno parlato del caso che in Italia campeggia sulle prime pagine di tutti i giornali, del caso dell’insegnante Ilaria Salis, mostrata in catene in un tribunale ungherese dopo essere stata arrestata.

Dopo l’incontro, il premier ungherese, Viktor Orban, parlando con i giornalisti italiani dha dichiarato: “Ho fornito alla presidente Meloni tutti i dettagli” sulla detenzione della cittadina italiana Ilaria Salis, ha detto . “Ho chiarito che nel sistema ungherese il pubblico ministero non appartiene al governo, appartiene al Parlamento. Quindi non posso assolutamente influenzare il pubblico ministero. Il sistema giudiziario è totalmente indipendente dal governo. L’unica cosa in cui posso essere a sua disposizione è l’ambiente del detenuto. È li’ che ho un’influenza legittima per garantire che debba essere fornito un trattamento equo. E prometto che verrà fornito un trattamento equo. Che tutti i diritti siano garantiti”. Infine ha precisato che la detenuta “ha potuto fare telefonate e non è stata isolata dal resto del mondo”.

 Secondo quanto riferito da fonti legali, l’11 gennaio scorso i giudici ungheresi respinsero nel merito la richiesta per far avere i domiciliari in Italia a Ilaria Salis, ma non la dichiararono inammissibile, il che fa ritenere che non escludessero in sè la possibilità dei domiciliari in Italia senza passare dai domiciliari in Ungheria.

La difesa di Ilaria Salis ha annunciato un ricorso alla Cedu lamentando il trattamento inumano e degradante subito dalla donna sia in carcere sia durante l’udienza. Lo riferisce all’AGI l’avvocato Mauro Straini spiegando che “per la valutazione del danno evidenzieremo anche l’enorme diffusione mediatica in tutto il mondo”. Il legale sottolinea che nella sentenza di condanna della Cedu all’Ungheria i giudici hanno utilizzato la parola “leash” che significa “guinzaglio” in relazione alla modalità di spostamento da parte delle forze di polizia di una famiglia di migranti iracheni. Lo stesso guinzaglio, sembrerebbe dalla lettura della sentenza, a cui era legata Salis.