⦿ Ultim'ora

Moldavia, Tiraspol: “Forze di pace russe resteranno in Transnistria anche se Chisinau si ritira dall’accordo”

Lo ha assicurato il Ministero degli Esteri della Transnistria: “Anche se la Moldavia cerca di ritirarsi dall’accordo, non pensiamo che questo sarebbe un motivo per interrompere l’operazione di peacekeeping”

Le forze di pace russe rimarranno in Transnistria anche se la Moldavia si ritirerà dall’accordo sulla risoluzione pacifica del conflitto nella repubblica non riconosciuta. Lo ha detto ieri il funzionario diplomatico transnistriano Vitaly Ignatiev.

“Per la parte transnistriana, può esserci solo una risposta: continuare a garantire la pace e la sicurezza sulle rive del fiume Dniester nel quadro delle strutture già esistenti”, ha detto Ignatiev. “Anche se la Moldavia cerca di ritirarsi dall’accordo, non pensiamo che questo sarebbe un motivo per interrompere l’operazione di peacekeeping, che comunque deve andare avanti, perché lì vive un numero significativo di civili – mezzo milione della popolazione della Transnistria, inclusi quasi 250.000 cittadini della Federazione Russa -. Tutte queste persone devono essere protette”.

Le forze di pace russe sono state dispiegate nella zona del conflitto sulla base di un accordo con la Moldova siglato il 21 luglio 1992. Le forze russe hanno così interrotto i combattimenti tra la polizia moldava e la milizia transnistriana e ora mantengono la pace nella regione – per l’Occidente la occupano militarmente, ça va sans dire – insieme ai contingenti della Moldavia e della Transnistria.

Oltre a tali truppe, un altro gruppo di forze russe di circa 1.000 soldati e ufficiali è dispiegato nella regione per garantire la sicurezza del famoso deposito d’armi dell’ex URSS situato nel villaggio di Cobasna che contiene più di 20.000 tonnellate di munizioni che sono state immagazzinate lì dopo il ritiro delle truppe sovietiche dai paesi europei. Queste truppe stanno inoltre “sostenendo le forze di pace che si sono trovate letteralmente sotto blocco dopo che l’Ucraina ha bloccato le rotte logistiche attraverso il suo territorio”, riferisce la Tass.

Chisinau insiste sia sul ritiro del gruppo operativo russo sia sulla sostituzione delle forze di pace con una missione civile sotto mandato internazionale. Tuttavia, Tiraspol ribadisce che nel 1992 una tale missione non avrebbe potuto impedire il conflitto armato che ha provocato la morte di oltre 1.000 persone e decine di migliaia di feriti e sfollati.