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Omicidio Darya Dugina. Russia accusa ucraini, Kiev nega. Polizia russa: “Usata bomba da 400 gr tritolo”

La pista ucraina per la morte di Darya Dugina, figlia dell’ideologo Aleksandr Dugin vicino al presidente russo Vladimir Putin, comincia a prendere corpo e sulla possibilità è intervenuta oggi la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova su Telegram, dicendo che se dovesse essere accertata la matrice ucraina dell’attentato, allora confermerebbe il “terrorismo di stato di Kiev”.

“Le forze dell’ordine russe stanno indagando sulla morte di Darya Dugina. Se la traccia ucraina dovesse essere confermata, e tale versione è stata espressa dal capo della Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, e deve essere verificata dalle autorità competenti, allora dobbiamo parlare della politica di terrorismo di Stato attuata dal regime di Kiev”, ha scritto Zakharova.

Kiev ha immediatamente negato ogni coinvolgimento nell’attentato tramite il consigliere presidenziale ucraino, Mikhail Podolyak che è intervenuto alla tv ucraina dicendo che lo stato ucraino non ha nulla a che fare con l’autobomba che ha ucciso Daria Dugina.

Intanto arrivano le prime notizie ufficiali sull’attentato: per gli inquirenti – riporta la TASS – l’ordigno esplosivo collocato nella Toyota Land Cruiser della politologa e giornalista Darya Dugina aveva un potenziale equivalente a 400 grammi di tritolo. Le parti dell’ordigno esplosivo ritrovate sono state inviate alla scientifica per ulteriori analisi.

È stato inoltre accertato che l’ordigno esplosivo è stato posizionato sul lato inferiore del veicolo, dal lato del conducente. Darya Dugina, che era al volante, è stata uccisa sul colpo.