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Palermo. Firme false M5S: condannati 12 tra attivisti e ex deputati regionali e nazionali. C’è anche un cancelliere


Arriva al sentenza sul caso delle firme false relative alla campagna elettorale per le amministrative del 2012 di Palermo del M5S: 14 gli imputati fra attivisti e ex deputati regionali e nazionali del movimento, di cui 12 condannati e 2 assolti

Nella foto Riccardo Nuti

Il giudice monocratico di Palermo Salvatore Flaccovio, dopo 4 ore di camera di consiglio, ha condannato a pene comprese tra un anno e un anno e 10 mesi 12 tra attivisti e ex deputati regionali e nazionali dei 5 Stelle e un cancelliere del tribunale. Due sono stati assolti. Tutti erano accusati a vario titolo di falso e violazione della legge regionale del ’60 sulle consultazioni elettorali.

Queste la condanne: un anno e dieci mesi, è stata inflitta a Samanta Busalacchi, Giulia Di Vita, Riccardo Nuti, Toni Ferrara Claudia Mannino. Un anno la condanna per gli ex deputati regionali Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca che ha collaborato con gli inquirenti; Alice Pantaleone, Salvatore Ippolito e Stefano Paradiso. A un anno e sei mesi sono stati condannati l’avvocato Francesco Menallo e il cancelliere Giovanni Scarpello. Gli assolti sono Riccardo Ricciardi e Pietro Salvino.

La vicenda è quella relativa alle firme false presentate nel 2012 a supporto della lista del Movimento per le elezioni comunali di Palermo. I reati contestati riguardavano la violazione del testo unico regionale in materia elettorale che richiama il Dpr 570 del 1960 che regola le competizioni elettorali. L’articolo 90 prevede il reato dell’alterazione delle liste.

La vicenda nasce la sera del 3 aprile 2012, quando in piena campagna elettorale per le amministrative del capoluogo siciliano, furono ricopiate migliaia di firme a causa di un errore inerente un luogo di nascita di un sottoscritto. Gli attivisti si resero conto che l’errore rischiava di non fare presentare la lista e così decisero di ricopiare le sottoscrizioni in loro possesso, correggendo l’errore.

Il giudice monocratico ieri per questi fatti ha emesso la sentenza di condanna, che coinvolge anche un cancelliere del tribunale, che avrebbe dichiarato falsamente che le firme erano state apposte in sua presenza. Tutto secondo l’accusa, sarebbe avvenuto su indicazione di Riccardo Nuti, che in quella consultazione era il candidato a sindaco.