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Pebliscito per Putin che sfiora il 90% e affluenza al 77,44%: “Con Nato in Ucraina terza guerra mondiale è vicina”

Un vero e proprio plebiscito nelle elezioni in Russia per Putin che sfiora il 90% dei voti e con un’affuenza al 77,44%, un record che supera di oltre il 10 punti il 67,5% di sei anni fa

 

Secondo le informazioni pubblicate sul sito ufficiale della Commissione elettorale centrale russa, a sfoglio ancora in corso, Vladimir Putin al momento è all’87,32% dei voti, con gli exit pool che danno una possibilie forbice tra l’87% e l’89%. il secondo classificato con il 4,32%, è il candidato del Partito Comunista Nikolay Kharitonov, seguito dal candidato del Partito Nuovo Popolo Vladislav Davankov con il 3,79%. Quarto con il 3,19%, il candidato dell’LDPR Leonid Slutsky. L’affluenza totale è al 77,44% un  record assoluto.

Una partecipazione massiccia, tra l’80% e il 90%, è stata annunciata anche nelle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia nel 2022: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Qui la vittoria di Putin è stata, se possibile, ancora più netta. Le percentuali che gli sono attribuite arrivano fino al 95% nel Donetsk, al 94% nel Lugansk, al 93% nella regione di Zaporizhzhia e all’88% in quella di Kherson. Bene anche il voto elettronico conteggiato a parte che sarebbe al 95%.

Le proteste organizzate dei seguaci di Alexei Navalny, appoggiate dall’Occidente e gli attacchi alle regioni di confine degi ucraini con lanci di droni, non sono riusciti ad impedire il pebliscito su Vladimir Putin che ha portato a termine senza incidenti di rilievo la maratona elettorale che lo ha confermato presidente con percentuali record che sfiorano il 90%: è il quinto mandato dopo già 24 alla guida della Russia che farà ancora fino al 2030.

L’appello lanciato dallo stesso Navalny poco prima di morire per il cosiddetto “Mezzogiorno contro Putin”, ha prodotto code di centinaia di persone in alciniai seggi nel centro di Mosca e in altre città, ma senza gravi incidenti e 74 fermi in tutta la Russia, soprattutto per episodi individuali di protesta. Ben poca cosa, di fatto una protesta simbolica se si considera che complessivamente hanno aderito un migliaio di persone su una platea di 115 milioni di elettori.

In serata quando i dati erano ormai ufficiali, Putin si è presentato nel quartiere generale della campagna elettorale ed ha ringraziato i russi per la “totale fiducia”, promettendo che il Paese diventerà più forte e avvertendo gli avversari che “nessuno ci intimidirà o ci schiaccerà”. Putin, inoltre, ha rotto il silenzio su Navalny morto in carcere circa un mese fa, nominandolo per la prima volta in pubblico e affermando che la sua scomparsa è stata un “evento triste” ed aggiungendo: “Ero favorevole a scambiarlo.

Il presidente russo al termine della giornata ha sottolineato che “il risultato delle elezioni dimostra che la Russia è una grande famiglia” e che c’è “totale fiducia dei cittadini sul fatto che faremo tutto come da programma”. Ed ha rivolto “parole speciali di gratitudine ai soldati” che combattono in Ucraina da oltre due anni: “svolgono il compito più importante che è quello di proteggere il nostro popolo”.

Putin forte del risultato elettorale ha lanciato un monito all’Occidente: “Non importa quanto abbiano cercato di spaventarci, di sopprimere la nostra volontà, la nostra coscienza, nessuno ci è mai riuscito nella storia. Hanno fallito ora e falliranno in futuro”. Ed ha messo in guarda la Nato che un conflitto porterebbe “ad un passo dalla terza guerra mondiale”. Infine Putin ha chiarito: “Siamo al corrente della presenza di truppe NATO in Ucraina, abbiamo le loro registrazioni in francese, inglese… Non c’è nulla di buono in questo, prima di tutto per loro, perché stanno morendo in gran numero”.