Redazione F e AIl sondaggio in vista delle elezioni Regionali in Sicilia, è stato pubblicato oggi dal giornale “La Sicilia”, il rilevamento sarebbe stato commissionato dal Centrodestra. I numeri sono scioccanti, il Movimento Cinque Stelle sarebbe al 38 per cento.
Un dato che lascia poche speranze agli avversari, solo il Centrodestra, ma solo in caso di coalizione unita, dato al 35%, potrebbe contendere la vittoria ai pentastellati.
Quindi debacle totale – a dire il vero annunciata – per il Pd, che ricordiamo è l’attuale partito di maggioranza relativa all’Ars. La squadra di Faraone con il suo “pensatoio” non supererebbe l’8%, e si presentassero con l’intera coalizione che oggi sostiene Rosario Crocetta, arriverebbero al 18%. Numeri che in effetti, li portano a “pensare”… tanto.
I Cinquestelle, consci del buon momento, sono già in campagna elettorale ed è partita la “campagna di Sicilia” che toccherà 150 piazze siciliane tra febbraio e marzo, in cui gli attivisti, chiederanno il contributo dei cittadini per scrivere il programma.
A meno di sorprese dovrebbe essere Giancarlo Cancelleri, colui che si batterà per la corsa a Palazzo d’Orleans contro i vari Crocetta, Musumeci, Armao ecc..
Il sondaggio pubblicato oggi, indica nel Centrodestra unito l’unico avversario del M5S: “più di un siciliano su tre – scrive La Sicilia –, con la parte più generosa della forbice che sfiora il 35 per cento, sarebbe pronto a votare la coalizione unita, con Forza Italia ben oltre il 13% nazionale e gli altri alleati a dividersi uno zoccolo duro di quasi il 20%”.
Quello che non convince però, è proprio questa mega coalizione di centrodestra, che almeno al momento appare difficile da raggruppare sul campo, più facile sulla carta. Mettere insieme Bellissina di Nello Musumeci, con la componente sicilianista di Gaetano Armao, Angelo Attaguile di Noi con Salvini e poi aggiungerci l’NCD di Alfano, il tutto mixato con la Forza Italia di Micchiché, sembra pura utopia… ma in politica mai dire mai.
E poi c’è da considerare che la somma dei partiti, non corrisponde – quasi mai, alla somme delle percentuali alle urne.
