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Renzi “affonda” Conte e Mattarella chiama Draghi ma c’è già il no del M5S e Salvini e Meloni vogliono il voto


Come prevedibile il presidente della Camera Fico non riesce a trovare i voti per un governo a guida Conte e il presidente della Repubblica decide di affidare a Mario Draghi il compito di evitare le urne

Il Conte ter è stato “ucciso nella culla” da Matteo Renzi, che per come sono andati i fatti l’ha deciso scientemente. Portare sul tavolo della trattativa, Mes, reddito di cittadinanza e giustizia, è stato una scelta che poteva avere solo il finale che si è materializzato.

Il presidente della Repubblica preso atto della situazione dopo un discorso introduttivo, ha annunciato che per oggi alle 12 ha convocato al Quirinale la figura che già da tempo aleggiava nell’aria: Mario Draghi, l’ex presidente della Bce, uomo dell’establishment europeo a cui sarà affidato il compito di dare vita a un nuovo esecutivo di “alto profilo”, che nella pienezza dei propri poteri possa risolvere i molteplici problemi degli italiani.

Il ragionamento di Sergio Mattarella è che in piena crisi pandemica non si possa votare, perché tra campagna elettorale, almeno due mesi e altrettanti per formare il nuovo governo dopo le elezioni, si creerebbe un vuoto istituzionale che non permetterebbe di gestire la pandemia e soprattutto i 209 miliardi del Recovery plan. Discorso ineccepibile… sulla carta, ma che nella realtà rischia di finire come il Conte ter, ovvero potrebbe non trovare i numeri in parlamento. Ma al momento sono solo ipotesi.

Tutto dipende dal partito con il maggior numero di parlamentari nelle due Aule, ovvero il movimento cinque stelle, che non ha mai digerito Draghi. Danilo Toninelli ha subito postato il suo pensiero: “Non ci vengano a chiedere di votare Mario Draghi. Abbiamo fatto di tutto. Perfino annientarci negli uffici a lavorare pur di dare una mano a chi ne aveva bisogno. Questo per noi è stato governare l’Italia.
Lo abbiamo fatto avendo contro tutto il sistema organizzato di potere. Lo abbiamo fatto pur sapendo che stavamo perdendo consenso. Orgogliosi del fatto che per noi gli italiani erano prima di tutto persone, non solo elettori.
E anche questa volta rimarremo seri e responsabili. Ma non ci vengano a chiedere di votare Mario Draghi.
Noi siamo un MoVimento fatto di cittadini volenterosi e onesti entrati nelle istituzioni per far sentire la voce della gente dentro i palazzi del potere. Non siamo l’establishment e non possiamo votare per l’establishment.
Meglio andare al voto o stare all’opposizione per bloccare ogni porcheria eventuale a danno della gente. Per me è così e penso lo sarà per tutta la famiglia del Movimento. Ci riuniremo e decideremo. Tutti assieme”.

Inutile dire che Alessandro Di Battista è stato ancora più netto. Bisognerà però capire cosa farà l’ala governista del duo Di Maio – Crimi.

Nell’opposizione tra le prime reazioni c’è quella di Matteo Salvini che in un tweet sembra non gradire l’invito del Colle. “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al Popolo…”. Articolo 1 della Costituzione Italiana”. Non proprio un’apertura qlle del leader leghista che poi ha aggiunto: “Non si può votare perché c’è il pericolo del contagio?
Dovremmo spiegarlo ai calabresi che votano per le regionali l’11 aprile e ai milioni di italiani che voteranno per le comunali in primavera (1.300 comuni, tra cui le grandi città: Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna). Questi italiani saranno delle “cavie”? Il virus colpisce solo per le elezioni politiche e non per le amministrative? Viva la Democrazia e viva la Libertà”.

Se Salvini chiude la porta, l’altra metà della destra, Giorgia Meloni, appare ancora più decisa di andare al voto: “Non penso che la soluzione ai gravi problemi sanitari, economici e sociali della Nazione sia l’ennesimo governo nato nei laboratori del Palazzo e in mano al PD e a Renzi. In una democrazia avanzata, i cittadini, attraverso il voto, sono padroni del proprio destino. Anche quando la situazione è difficile. Soprattutto quando la situazione è difficile”.

Il concetto è chiaro che poi rafforza: “Il Presidente valuta più opportuno rischiare un governo che per due anni avrà molte difficoltà a trovare soluzioni efficaci per gli italiani. Noi, invece, pensiamo sia decisamente meglio dare la possibilità agli italiani di votare, per avere una maggioranza coesa e forte che possa governare cinque anni e dare all’Italia le risposte coraggiose di cui ha bisogno. Nel centrodestra ci confronteremo, ma all’appello del Presidente rispondiamo che, in ogni caso, anche dall’opposizione ci sarà sempre la disponibilità di Fratelli d’Italia a lavorare per il bene della Nazione”.

Nel centro destra rimane Forza Italia e Silvio Berlusconi in questi giorni ha fatto sapere che un governo istituzionale lo voterebbe.

Mario Draghi dovrà dunque cercare la sua maggioranza in tutta quella serie di micro partitini che vanno dalla sinistra estrema di Leu, fino ai centristi dell’UDC e di Cambiamo di Toti, ma anche “tutti assieme appassionatamente” potrebbero non bastare e non solo numericamente ma soprattutto per i rischi che una simile maggioranza, così variegata, comporterebbe politicamente.